Il tribunale amministrativo di Parigi ha condannato lo Stato francese a prendere misure concrete per tagliare le emissioni, dopo che il budget di carbonio 2015-2018 è stato sforato. È la prima volta in Europa che la giustizia vincola un paese a riparare gli effetti del mancato rispetto dei propri obiettivi climatici
L’inazione climatica di Parigi “pesa” 15 MtCO2e
(Rinnovabili.it) – La Francia ha tagliato le emissioni meno di quanto promesso e deve rimediare entro la fine del 2022 prendendo tutte le misure necessarie. Lo ha deciso il tribunale amministrativo di Parigi nella sentenza dell’”Affaire du siècle”, il processo del secolo, come è stato battezzato dalla stampa transalpina il procedimento in cui lo Stato è finito alla sbarra con l’accusa di inazione climatica.
Una sentenza storica, che inasprisce quella arrivata lo scorso febbraio. In quell’occasione, lo Stato francese aveva ricevuto una semplice tirata d’orecchie. Questa volta, invece, la condanna si accompagna all’obbligo, legalmente vincolante, di rimediare con azioni concrete.
È il secondo processo del genere che obbliga uno Stato europeo a migliorare le sue politiche sul clima. Ma il precedente, quello della Germania, stabiliva che lo Stato ha l’obbligo di proteggere le generazioni future e non lo inchiodava al rispetto dei suoi stessi piani climatici, come invece fa la sentenza di oggi per Parigi, anche se esigeva che Berlino alzasse l’ambizione dei suoi piani futuri. Prese insieme, queste due sentenze danno agli attivisti dei precedenti potenti per pungolare gli Stati con più insistenza.
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Di cosa si è parlato, nel processo del secolo a Parigi? Sotto la lente sono finite le scarse performance ambientali della Francia nel periodo 2015-2018, il primo budget di carbonio stabilito dal governo. Parigi ha sforato e non di poco: 62 MtCO2e. I giudici hanno tenuto conto dell’impatto della pandemia nel 2020, calcolando che il crollo delle emissioni ha già contribuito parzialmente a compensare per gli sforamenti.
Il saldo finale dell’inazione climatica di Parigi, quindi, è stato fissato a 15 MtCO2e. Entro la fine del prossimo anno, il governo deve adottare le misure necessarie per cancellare questa quantità di gas serra. Festeggia su Twitter Cécile Duflot di Oxfam: “Abbiamo vinto. Lo Stato non deve solo recuperare i suoi ritardi, ma deve anche riparare eventuali danni”.
Il procedimento era iniziato nel 2019, quando le ong Notre affaire à tous, Greenpeace, la branca francese di Oxfam e la fondazione Nicolas Hulot portano in tribunale lo Stato perché non ha rispettato le sue promesse sul clima. A febbraio di quest’anno la prima condanna, che non aveva però vincolato il governo a fare alcunché se non pagare 1 euro simbolico alle 4 ong. Tanto che il presidente francese Macron si era limitato a “prendere atto” della decisione del tribunale. La nuova sentenza invece obbliga Parigi a compensare per la sua inazione climatica.
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(lm)