Un rapporto di CDP indaga le misure urbane di adattamento al climate change
(Rinnovabili.it) – Fort Myers, Florida. Il passaggio dell’uragano Ian, poche settimane fa, lascia una scia di distruzione seconda forse solo a Katrina e circa 100 morti. Il mese prima un’inondazione senza precedenti ha lasciato sott’acqua 1/3 del Pakistan, inclusi alcuni dei maggiori centri urbani, e fatto almeno 1700 morti a cui si devono aggiungere i decessi causati da malaria, tifo e altre malattie che imperversano dopo il disastro. Due esempi di come l’adattamento al climate change debba partire dalle città, spiega un rapporto rilasciato oggi da Carbon Disclosure Project (CDP).
Su 998 città globali analizzate da CDP, ben l’80% è esposta a eventi climatici estremi come ondate di calore eccessivo, inondazioni, siccità, mega-incendi. E per quasi una città su tre (il 28%), questi fenomeni minacciano almeno il 70% della popolazione urbana. Per il 25%, la minaccia è già a un livello intenso e aumenterà prima del 2025. Tra gli eventi estremi legati al clima, i più diffusi sono il caldo estremo (46%), piogge intense oltre la norma (36%), siccità (35%) e inondazioni (33%).
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Su questa base, il rapporto di CDP indaga quali siano le misure di adattamento al climate change o di altro tipo messe in campo dalle città globali e con quali risultati. Solo 2 città su 3 hanno piani per ridurre le loro emissioni (le città producono il 70% dei gas serra globali), il 62% ha piani di adattamento, mentre solo poco più della metà (il 55%) ha condotto delle valutazioni sul rischio e la vulnerabilità al climate change.
Un punto, quest’ultimo, che CDP considera la vera chiave per limitare l’impatto della crisi climatica in città. “Quasi tutte le città che intraprendono azioni per il clima incentrate sulle persone (95%) hanno identificato i co-benefici dei loro sforzi per il clima, un dato significativamente superiore alla media globale delle città (74%). Queste città hanno inoltre identificato un numero di co-benefici sette volte superiore a quello delle altre città”, si legge nel rapporto.
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Quali sono i benefici collaterali? Per l’85% delle città che hanno piani di adattamento al climate change centrati sulle persone, l’azione climatica aiuta a migliorare la salute pubblica, sia attraverso una migliore qualità dell’aria sia agendo sulla salute fisica e mentale. La stessa percentuale individua benefici sociali, come sicurezza alimentare e idrica, così come vantaggi economici: queste città hanno 5 volte più probabilità di creare posti di lavoro delle altre.