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UK-UE: è scontro sugli impegni climatici vincolanti

La partita per il post-Brexit sugli impegni climatici vincolanti deve ancora iniziare

(Rinnovabili.it) – Nonostante abbia aderito all’accordo di Parigi, il governo di Londra si rifiuta di assumere impegni climatici vincolanti con l’Unione Europea a seguito della Brexit. Tuttavia, le difficoltà nel definire un nuovo accordo a partire dal 2021 non solo potrebbero mettere a rischio le ambizioni climatiche della Gran Bretagna, ma potrebbero anche essere causa di future controversie commerciali tra UK e UE.

La Gran Bretagna ha già un obiettivo giuridicamente vincolante che consiste nel raggiungere le zero emissioni entro il 2050. Anche la Commissione Europa vuole fissare lo stesso obiettivo per l’eurozona, sebbene non abbia ancora ottenuto il sostegno di tutti gli Stati membri. La questione, dunque, appare avere dei risvolti squisitamente commerciali.

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Secondo il governo inglese, l’UE starebbe cercando di usare gli impegni climatici vincolanti del futuro accordo per “continuare ad influenzare le politiche interne del Regno Unito, sottolinea un funzionario britannico. L’esecutivo europeo, infatti, vorrebbe mantenere la Gran Bretagna strettamente allineata alle politiche dell’eurozona non solo per quanto concerne il clima, ma anche il commercio, la sicurezza e la pesca.

Nello specifico, la questione si gioca sulla definizione di “parità di condizioni”, vale a dire l’individuazione di garanzie di concorrenza leale che vanno dagli standard su lavoro e clima agli aiuti di Stato. Dopo la Brexit, però, Londra rifiuta questi impegni, temendo che l’UE potrebbe riprendere il controllo delle sue leggi e regolamenti. Questa spaccatura, tuttavia, potrebbe accentuarsi soprattutto se Bruxelles decidesse di imporre una carbon border tax (la tassa sul carbonio alla frontiera) rispetto alle importazioni provenienti da paesi che hanno politiche climatiche meno rigorose dell’UE.

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Per tale ragione, i funzionari UE e UK si chiedono cosa potrebbe succedere se entrambi i paesi rinunciassero a reciproci impegni climatici vincolanti e se una delle due parti stabilisse obiettivi più ambiziosi o modificasse il suo mercato del carbonio. Le due parti si sono date tempo fino alla fine di giugno per valutare i progressi nei colloqui che, ad oggi, sono in gran parte bloccati.

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