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L’impatto degli eventi estremi si accumula lungo le supply chain

Impatto eventi estremi: attenzione ai “rischi cumulativi”
via depositophotos.com

Secondo uno studio dell’ETH di Zurigo, subiremo già tra pochi anni l’impatto degli eventi estremi previsto per il 2100

Ci stiamo iniziando a proteggere dall’impatto degli eventi estremi, ma sottovalutiamo ancora i danni “a cascata” che possono causare alle catene di fornitura con il loro previsto aumento di intensità e frequenza. È a questi “rischi cumulativi” che bisogna guardare per sviluppare misure di prevenzione e adattamento davvero efficaci. E per adeguare il settore delle assicurazioni.

L’avvertimento arriva da Swiss Re, colosso internazionale del settore assicurativo, nel rapporto annuale di previsione sui principali rischi globali. Il capitolo dedicato ai rischi climatici si concentra su quello che sarà lo scenario di domani (e in parte già attuale).

Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente (EEA), entro il 2100 il numero di persone esposte alle inondazioni fluviali in Europa arriverà a 252.000 – 484.000 l’anno. Mentre uno studio dell’ETH di Zurigo, pubblicato nel 2023, calcolava che, restando sulla traiettoria emissiva attuale, vivremo già negli anni ’30 il clima che i modelli prevedono per fine secolo, anche se per periodi limitati di tempo. L’impatto degli eventi estremi, quindi, sarà molto elevato ben prima del previsto.

Rischi cumulativi, quando l’impatto degli eventi estremi è amplificato

Gli effetti a cascata di un disastro climatico possono portare a interruzioni di servizi critici, sottolinea Swiss Re, le quali potrebbero generare richieste di risarcimento per interruzione dell’attività. Che riguarderebbero i costi di chiusura di attività, interruzioni di corrente, contaminazione dell’acqua e quelli legati ai problemi di trasporto. Ma anche per l’interruzione contingente dell’attività, ad esempio da parte di imprese e attività che fanno affidamento su una fornitura ininterrotta di energia, dai data centre agli ospedali.

Qualche anticipazione l’abbiamo avuta negli ultimi anni. Le alluvioni che hanno colpito la Germania nell’estate del 2021 hanno causato danni per almeno 2 miliardi solo a ferrovie e altre vie di comunicazione, ma questa è solo la punta dell’iceberg. “Le chiusure a lungo termine incidono ulteriormente sulla mobilità e ostacolano la ripresa economica”, nota Swiss Re. “Nel 2021, le tempeste invernali hanno fatto precipitare il Texas in temperature gelide e diffuse interruzioni di corrente. Tali infrastrutture hanno paralizzato le infrastrutture critiche e interrotto le operazioni commerciali in vari settori, provocando perdite economiche stimate in oltre 200 miliardi di dollari”.

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