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L’impatto economico del climate change vale 4 punti di pil

Anche rispettando il Paris agreement, il cambiamento climatico rosicchierà il 3,3% del prodotto interno lordo globale. Con le politiche climatiche attuali, il danno sarà del 4%. L’analisi di S&P condotta su 135 paesi

Impatto economico del climate change: entro il 2050 in fumo il 4% del pil globale
Foto di Sven Lachmann da Pixabay

Già oggi, in Europa, le ondate di calore cancellano lo 0,5% del pil

(Rinnovabili.it) – Nei prossimi trent’anni può andare in fumo il 4% del pil mondiale a causa del cambiamento climatico. E i paesi più svantaggiati pagheranno il prezzo più alto. Lo prevede un’analisi di S&P condotta sulla capacità di 135 paesi di assorbire l’impatto economico del climate change. D’altronde, già oggi la crisi climatica sta presentando il conto. Negli ultimi 10 anni, eventi climatici estremi hanno rosicchiato lo 0,3% del prodotto interno lordo globale ogni anno. Solo in Europa, le ondate di calore più recenti ci sono costate fra lo 0,3 e lo 0,5% del pil.

“I pericoli climatici, come tempeste, inondazioni, incendi e ondate di calore, possono influenzare la ricchezza dei paesi attraverso danni diretti al loro stock di capitale fisico e al flusso di reddito potenziale – per esempio, le ondate di calore possono ridurre la produttività del lavoro”, spiega il rapporto. Oltre all’impatto economico del climate change diretto, S&P prova a stimare anche le sue diramazioni prendendo in considerazione le ricadute su reddito, finanza pubblica, società e capacità di governare da parte degli Stati.

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Quali sono gli scenari che ci aspettano? Senza sterzate evidenti nelle politiche climatiche, entro il 2050 potremmo perdere il 4% del pil globale. Se si assume invece come base di riferimento lo scenario climatico RCP2.6, in cui si assume che il mondo rispetti il Paris agreement, c’è ancora una flessione ma più contenuta, del 3,3%. Se non ci muniamo di misure di adattamento (scenario RCP8.5) la perdita sarà del 4,5%.

Non è tutto punto l’impatto economico del climate change cambia da regione a regione. Le ripercussioni saranno più sentite in Asia meridionale, dove è a rischio una fetta compresa tra il 10 e il 18% del pil. Pericolo elevato anche per l’Asia centrale, il Medio Oriente e il Nordafrica, e l’Africa subsahariana. In generale, a rimetterci di più saranno i paesi a basso e medio-basso reddito: per loro, l’impatto sarà 3,6 volte maggiore rispetto ai paesi più ricchi.

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