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L’impatto del clima sui mari italiani: fino a +2°C nel 2022

Nel 2022 i ricercatori del DISTAV dell’università di Genova hanno registrato ondate di calore protratte con anomalie termiche fino a 2°C nei primi 10-15 metri di colonna d’acqua. Molti gli impatti “probabilmente irreversibili” sugli ecosistemi

Impatto clima sui mari italiani: fino a +2°C nel 2022
Foto di DanieleFiaschi da Pixabay

Due gradi sopra la media, l’impatto del clima sui mari italiani

(Rinnovabili.it) – Anche 2 gradi più della media nelle acque superficiali, entro i 10-15 metri di profondità. Con effetti probabilmente irreversibili su alcuni ecosistemi e una perdita di biodiversità tangibile. È la sintesi dello stato di salute dei nostri mari, fotografato da Greenpeace con il progetto “Mare caldo” condotto dal Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita (DISTAV) dell’Università di Genova per monitorare l’impatto clima sui mari italiani.

“L’aumento delle temperature sta causando drammatici cambiamenti nella biodiversità marina, dalla scomparsa delle specie più sensibili caratteristiche del nostro mare all’invasione di altre, spesso aliene, che meglio si adattano a un mare sempre più caldo”, dichiara Monica Montefalcone, ricercatrice del DISTAV. Il progetto lanciato 3 anni fa sta monitorando oggi 13 aree marine protette.

Elba e Portofino gli hotspot

Negli ultimi tre anni sono stati analizzati oltre un milione di dati di temperatura in nove aree di studio. Dati che certificano periodi particolarmente caldi. Come all’Elba e a Portofino, le aree per cui sono disponibili dati per tutti e tre gli anni. Nei mesi tra giugno e settembre 2022, i sensori hanno registrato “anomalie termiche fino a 2°C in più a 10-15 m di profondità rispetto alle medie mensili degli anni precedenti”.

In più, le analisi dei dati relativi ai monitoraggi biologici, condotti in sette aree di studio, hanno evidenziato “vari segnali riconducibili agli effetti del riscaldamento globale e cambiamenti, con ogni probabilità irreversibili, in tutte le comunità di scogliera indagate”. Il progetto sull’impatto clima sui mari italiani ha registrato sbiancamenti e necrosi in molte specie, come le gorgonie, la madrepora Cladocora caespitosae le alghe corallinacee incrostanti. Tutti impatti attribuibili al riscaldamento delle acque.

Anche le acque più “fredde” non sono immuni da questi impatti. Sul versante Adriatico, nell’area marina protetta di Miramare, a Trieste, la più a nord della rete del progetto Mare caldo, sono stati registrati eventi di moria di massa del mollusco bivalve Pinna nobilis.

“Il nostro mare sta pagando un prezzo elevato: diventa sempre più povero ma anche sempre più pericoloso, perché il calore che si accumula in mare contribuisce ad alimentare fenomeni climatici sempre più estremi”, ha dichiarato Alessandro Giannì, responsabile delle Campagne di Greenpeace Italia.