Lo Stato Pontificio suggerisce l’istituzione di una Corte Internazionale che garantisca sugli impegni assunti dai vari Stati nei confronti dell’ambiente
“Per raggiungere l’obiettivo – ha sottolineato mons. Toso – occorre superare la concezione meramente mercantile della gestione di beni quali l’acqua e l’energia. Ma le attuali strutture internazionali appaiono drammaticamente insufficienti”. Da qui l’urgenza, per la Santa Sede, di promuovere la realizzazione di una Corte di giustizia internazionale, che monitori costantemente gli impegni assunti o i crimini commessi dai vari Stati nei confronti dell’ambiente, da considerarsi ormai come un “bene comune mondiale”. Anche per il presidente dell’Icef, Amedeo Postiglione, “la creazione di una Corte Internazionale sarebbe una garanzia per uno sviluppo economico libero, ma compatibile con l’ambiente.” “La cosiddetta ‘green economy’ – ha proseguito Postiglione – non può decollare senza un organo di garanzia internazionale”.
Una delle prime misure urgenti da intraprendere, sarà quindi la presentazione della proposta a Rio+20 costituendo, subito dopo l’approvazione in Conferenza, un gruppo di lavoro a livello intergovernativo che prepari il nuovo strumento politico ‘ad hoc’ con uno statuto da sottoporre alla convalida in un’apposita conferenza internazionale. Questo almeno in teoria.