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Il fondale marino racconta come si scioglierà il ghiacciaio Thwaites, gigante dell’Antartide

Ghiacciaio Thwaites: il gigante antartico è instabile ma non collasserà
Foto di Eknbg da Pixabay

Il ghiacciaio Thwaites può far salire il livello dei mari globali anche di 3 metri

(Rinnovabili.it) – Il più instabile ghiacciaio dell’Antartide potrebbe presto sciogliersi molto più in fretta di oggi. Anche a velocità doppia. Accelerando, a cascata, la destabilizzazione dell’intero scudo antartico occidentale. Lo afferma uno studio pubblicato di recente su Nature Geoscience che analizza, per la prima volta, la storia passata del ghiacciaio Thwaites.

Una storia che ha lasciato traccia sul fondale marino. E racconta come, negli ultimi due secoli, il ritiro del ghiacciaio Thwaites nelle aree in cui è “ancorato” al fondale, e non galleggia, abbia subito delle accelerazioni improvvise. Anche di 2,1 km l’anno, cioè il doppio della velocità media registrata tra 2011 e 2019. Lo scioglimento in queste aree è cruciale per il destino del ghiacciaio: senza questo “appoggio” aumenta il ritmo di scioglimento.

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Quello che è successo nel passato recente si può ripetere oggi, avvertono gli scienziati. “Il Thwaites oggi si regge davvero con le unghie, e dovremmo aspettarci di vedere grandi cambiamenti su piccole scale temporali in futuro – anche da un anno all’altro – una volta che il ghiacciaio si sarà ritirato al di là di una cresta poco profonda nel suo letto”, spiega Robert Larter, uno degli autori.

Il destino del ghiacciaio Thwaites ha un’importanza che va ben al di là del solo Antartide. Le ripercussioni dello scioglimento sono – e saranno sempre più – globali. Si tratta di uno dei ghiacciai più estesi al mondo, con una dimensione di 600 x 120 km equivalente a Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna messi insieme. E a causa della sua instabilità, studiata fin dagli anni ’70, è stato battezzato “il ghiacciaio del giorno del giudizio”. Se si sciogliesse integralmente, infatti, causerebbe un aumento del livello dei mari stimato anche in 3 metri. Già oggi, da solo, contribuisce ogni anno al 4% dell’innalzamento delle acque globali.

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