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I nuovi limiti del sistema Terra: sicuri e giusti

È possibile integrare una misura del welfare umano nei limiti di sostenibilità del Pianeta? Lo ha sperimentato uno studio guidato da Johan Rockström che identifica i valori di guardia sia per l’ambiente che per la civiltà umana. Elementi che possono orientare meglio le politiche per la sostenibilità future

Limiti del sistema Terra: superati 7 su 8
Foto di stokpic da Pixabay

Secondo uno studio dell’Earth Commission, l’unica soglia non sforata è quella dell’inquinamento dell’aria

(Rinnovabili.it) – Abbiamo superato 7 degli 8 limiti del sistema Terra e stiamo entrando in una “zona di pericolo”. In ballo non c’è (più) soltanto il degrado degli ecosistemi ma anche la qualità della vita della specie umana. Un aspetto di cui ogni futura politica per la sostenibilità deve tenere conto.

Al centro del nuovo studio dell’Earth Commission sui limiti planetari con primo autore Johan Rockström, infatti, non c’è solo la sicurezza ma anche la giustizia. Lo scienziato svedese che dirige il Potsdam Institute for Climate Impact Research in Germania e nel 2009 ha firmato uno studio fondamentale per la comprensione dei confini del Pianeta integra, per la prima volta, la dimensione di giustizia in un’analisi sistemica di sostenibilità. I segni vitali della Terra vengono letti congiuntamente con gli indicatori del benessere umano, nell’ottica di studiarli come parte di un unico sistema Terra-uomo.

I nuovi limiti del sistema Terra

Oggi abbiamo superato i limiti del sistema Terra relativi al clima, alla contaminazione delle acque da fosforo e azoto, alle risorse delle falde idriche e a quelle delle acque superficiali, all’ambiente naturale non costruito e al complesso dell’ambiente naturale e antropico. L’unico indicatore per cui non siamo oltre la soglia di guardia a livello globale (ma a livello regionale sì) è l’inquinamento dell’aria.

L’aspetto più importante dello studio è però un altro. L’Earth Commission identifica dei valori precisi per ogni limite, distinguendo tra quelli relativi al Pianeta e quelli legati all’uomo. La distanza tra i due permette, ad esempio, di individuare delle aree in cui, anche senza superare i limiti di un indicatore relativo al sistema Terra, si è già oltre il limite relativo al benessere umano. Sulla base di queste indicazioni strutturali si possono elaborare delle politiche (ad ogni livello) che abbiano una comprensione più granulare della sostenibilità.

Questo vale per ogni specifico limite. Per quello sul clima, la soglia di sicurezza viene fissata a 1°C di riscaldamento globale. Per tornare indietro dal livello attuale di 1,2°C, secondo lo studio, tra il 50 e il 60% del Pianeta deve essere occupato da ecosistemi prevalentemente naturali, mentre nelle aree antropizzate almeno il 20-25% del territorio deve essere convertito in habitat semi-naturali, come ad esempio dei parchi, che possano fornire una serie di servizi ecosistemici e garantire anche gli aspetti relativi al welfare.