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Green Deal: gli effetti della pandemia sulle politiche climatiche

Green Deal
Credits: wetzkaz da 123rf.com

Nonostante il Green Deal, si teme che i governi possano allentare la presa sui loro obiettivi climatici

(Rinnovabili.it) – Il Green Deal dell’Unione Europea, vale a dire il piano climatico di decarbonizzazione dell’eurozona entro il 2050, andrà avanti nonostante la pandemia di coronavirus. Questo è quanto ha dichiarato Thierry Breton, commissario europeo per il Mercato interno e i Servizi, a fronte dei timori sollevati da molti attivisti ambientali, che prevedono che i governi possano allentare la presa rispetto agli obiettivi climatici. Infatti, il rischio è che – nel tentativo di alleviare i danni economici per le imprese – i governi mettano da parte i loro impegni climatici a lungo termine, tra cui contenere le emissioni e aumentare i costi del carbonio imposti nei settori più inquinanti.

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“Il Green Deal non è finito”, ha dichiarato Breton, “piuttosto, questa pandemia ci spinge a lavorare su soluzioni ancora più ecologiche. Inevitabilmente, il coronavirus influenzerà (e cambierà) i termini delle politiche climatiche europee. Tuttavia, ciò non dovrebbe andare a scapito della decarbonizzazione. Solo nove giorni fa, la Commissione Europea ha presentato la strategia industriale per guidare il mercato europeo verso l’obiettivo di azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050. La strategia, colonna portante del Green Deal, richiederà ingenti investimenti per l’ammodernamento delle industrie e, prima che il coronavirus avesse ricadute sulle catene di approvvigionamento, molte aziende e società stavano già rivedendo le loro operazioni per affrontare la transizione energetica.

In questi giorni, però, aziende come ArcelorMittal, il più grande produttore di acciaio al mondo, e la casa automobilistica Volkswagen hanno dichiarato che ridurranno la propria produzione in Europa, tra interruzioni della catena di approvvigionamento e calo della domanda. Secondo Energy Aspects, una produzione inferiore nell’eurozona potrebbe significare che le emissioni industriali dovrebbero diminuire di oltre 20 milioni di tonnellate di anidride carbonica nel 2020. Tuttavia, questo si accompagnerà anche ad un crollo dei prezzi del carbonio nell’UE, riducendo così il costo d’inquinamento che le aziende devono pagare per coprire le proprie emissioni: il calo dei prezzi del carbonio, però, potrebbe significare una minore disponibilità finanziaria per supportare la decarbonizzazione dei settori industriali.

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Una fonte di sostegno, tuttavia, dovrebbe essere rappresentata da un fondo di innovazione dell’UE costituito dai ricavi futuri delle aste per le quote di carbonio, valutato a circa 11 miliardi di euro alla fine del 2019, quando il prezzo del carbonio nell’UE era di circa 25 euro per tonnellata di anidride carbonica. Il prezzo del carbonio, attualmente, si aggira intorno ai 16 euro per tonnellata, portando il valore del fondo a circa 7 miliardi di euro.

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