Più colpite delle altre due specie chiave per la resilienza dell’ecosistema, i coralli ramificati e i “coralli tavola”
Lo studio dell’ARC analizza i dati 1995-2017 per tutta la Grande barriera corallina
(Rinnovabili.it) – La metà dei coralli della Grande barriera corallina australiana è morta negli ultimi 25 anni a causa dei mari più caldi dovuti ai cambiamenti climatici. E a soffrire sono state tutte le specie di coralli. Lo riporta uno studio condotto dagli scienziati marini del Centro di eccellenza per gli studi sulla barriera corallina (ARC) del Queensland, in Australia. Che ha passato in rassegna tutti i dati raccolti tra il 1995 e il 2017. E restituisce una fotografia preoccupante per l’intero ecosistema marino dell’area.
Gli autori dello studio hanno calcolato che la popolazione di coralli sia crollata di più del 50% nel complesso. Ma con variazioni interne importanti. A finire decimati sono in particolare i coralli ramificati e un’altra specie della famiglia Acroporidae, i cui esemplari sono soprannominati “coralli tavola”. Due specie fondamentali. Non solo perché garantiscono l’habitat necessario per una grande quantità di pesci e altra flora e fauna marina. Ma anche perché, soprattutto i secondi, sono la chiave di volta di quella grande architettura naturale che è la Grande barriera corallina. La porzione più settentrionale della barriera ormai ne è del tutto sprovvista.
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La morte dei coralli è dovuta al fenomeno dello sbiancamento (coral bleaching), che si verifica quando la temperatura dell’oceano resta a lungo su valori troppo alti. I coralli reagiscono allo stress termico prima “colorandosi” di una pigmentazione accesa, quindi perdendo completamente colore. A questo stadio sono normalmente dichiarati morti.
Gli autori dello studio temono che la capacità della Grande barriera corallina di riprendersi da eventi estremi sia ormai compromessa. Non solo perché ci sono meno adulti di taglia grande. Ma anche perché faticano a crescere le “nuove generazioni”. Falcidiate da due eventi estremi consecutivi, avvenuti nel 2016 e nel 2017.
I coralli sono considerati indicatori chiave dello stato degli ecosistemi oceanici. Anche se il riscaldamento globale viene limitato a 1,5 ° C rispetto ai livelli preindustriali, le previsioni dicono che quasi tutte le barriere coralline esistenti subiranno perdite significative.
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