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Il global warming nell’Artico corre fino a 7 volte più veloce che nel resto del Pianeta

Global warming nell’Artico: 7 volte più rapido della media mondiale
Foto di Hal Tearse da Pixabay

Nuovi dati sul global warming nell’Artico

(Rinnovabili.it) – Il Polo Nord è una delle regioni del pianeta dove il riscaldamento globale corre più veloce. In media, come sulle Alpi, l’anomalia termica è doppia. Ma questa è appunto una media. In alcune zone, infatti, il global warming nell’Artico è fino a 7 volte più consistente che altrove. Lo dimostrano i nuovi dati raccolti dall’Istituto Meteorologico Norvegese e pubblicati in uno studio su Scientific Reports.

La fetta più bollente del Polo Nord è la parte settentrionale del mare di Barents. Qui il global warming nell’Artico corre alla velocità di 2,7 gradi di temperatura media in più ogni decennio. Nel periodo autunnale, particolarmente critico perché è il momento in cui si inizia a riformare la calotta ghiacciata, la media di riscaldamento globale arriva a raggiungere ritmi di 4°C al decennio.

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“Ci aspettavamo di vedere un forte riscaldamento, ma non della portata che abbiamo riscontrato”, commenta Ketil Isaksen, ricercatore senior presso l’Istituto Meteorologico Norvegese e prima firma del lavoro. “Siamo rimasti tutti sorpresi. Da quello che sappiamo da tutti gli altri punti di osservazione del globo, questi sono i più alti tassi di riscaldamento che abbiamo osservato finora”.

Rispetto alla media globale, pari a +0,32°C/decennio, il global warming nell’Artico è di 0,86°C. I dati rilevati tra la Terra di Francesco Giuseppe e l’arcipelago delle Svalbard, invece, mostrano ritmi di riscaldamento ben più elevati. Nelle isole norvegesi, a Verlegenhuken lo studio assegna un global warming di 1,47°C per decennio, a Edgeøya 1,76°C, e a Karl XII-øya il record assoluto di 2,71 gradi al decennio. Nelle isole sotto controllo russo, invece, lo studio rileva un riscaldamento di 2,17°C.

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“Il messaggio più ampio è che il feedback dello scioglimento dei ghiacci marini è ancora più alto di quanto mostrato in precedenza”, ha detto al Guardian Isaksen. “Questo è un allarme precoce per ciò che accadrà nel resto dell’Artico se questo scioglimento continuerà, e ciò che è più probabile che accada nei prossimi decenni”.

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