I più grandi studi legali americani mettono i bastoni tra le ruote della giustizia ambientale
(Rinnovabili.it) – Se non puoi battere il tuo nemico, trasformalo in alleato. E’ quello che devono aver pensato le aziende americane di combustibili fossili scorrendo la lunga lista di cause perse in tribunale per questioni legate al cambiamento climatico. E allora via alla controffensiva per corteggiare chi è fondamentale per portare in tribunale la giustizia ambientale: gli avvocati.
E così i 100 maggiori studi di avvocati americani, negli ultimi anni, quando c’era di mezzo una questione legata al clima, all’ambiente o all’energia, hanno avuto come clienti soprattutto i grandi inquinatori. Lo rivela uno studio condotto dal gruppo di advocacy Law Students for Climate Accountability e pubblicato il 1 ottobre.
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Gli autori del rapporto hanno analizzato decine di migliaia di cause e di azioni di lobbying che hanno come protagonisti gli studi di avvocati più prestigiosi degli Stati Uniti, quelli che fanno parte della lista Vault Law 100. Risultato? Tra il 2015 e il 2019, la crème de la crème dell’avvocatura a stelle e strisce ha lavorato 10 volte di più a casi dove difendeva aziende dei combustibili fossili che compagnie legate alle energie rinnovabili. E i casi in cui hanno fatto azioni di lobbying per conto delle prime sono cinque volte più numerosi di quelli in cui hanno perorato la causa dell’energia pulita. Situazione fotografata bene dalla bilancia dei compensi ricevuti: 36,5 milioni di dollari contro meno di 7 milioni.
Tra i dati presi in esame ci sono anche alcuni casi esemplari di giustizia ambientale, come il processo contro Exxon per aver mentito ai suoi azionisti sui rischi derivanti dai cambiamenti climatici, truccando i suoi libri contabili e tenendo nascosti alcuni studi scientifici interni. O un altro processo, sempre contro Exxon, in cui la major del petrolio è indagata per avere dissimulato la propria conoscenza, già negli anni ’70, sul ruolo dei combustibili fossili rispetto al cambiamento climatico.
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