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Mare di Bering: i livelli del ghiaccio marino sono ai minimi storici

La riduzione del ghiaccio marino nelle zone artiche non dipende solo dal riscaldamento dell’aria

(Rinnovabili.it) – Durante i mesi invernali del 2018 e del 2019, la copertura di ghiaccio del mare di Bering ha raggiunto minimi storici che non si vedevano da migliaia di anni. I dati satellitari forniscono un quadro chiaro di quanto e come sia cambiato il ghiaccio marino negli ultimi quattro decenni nella regione tra l’Artico e il Pacifico settentrionale, aggiungendo maggiore preoccupazione per l’impatto dei cambiamenti climatici.

I ricercatori dell’Università dell’Alaska Fairbanks hanno analizzato soprattutto la torba presente nell’Isola di St. Matthew, al largo dell’Alaska, che contiene composti organici risalenti a millenni fa. Studiando diverse forme di molecole di ossigeno intrappolate nel sedimento, il team è stato in grado di stimare le condizioni atmosferiche e oceaniche che avrebbero influenzato le precipitazioni e il ghiaccio marino per circa 5.500 anni.

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“L’isola ha rappresentato una vera e propria stazione meteorologica, ha sottolineato Matthew Wooller, direttore dell’Alaska Stable Isotope Facility presso l’Università dell’Alaska Fairbanks, “gli strati di sedimenti nella torba sono servite come un libro che va indietro nel tempo. Così, secondo lo studio pubblicato su Science Advances, si è scoperto che l’estensione del ghiaccio presente in mare nella regione polare settentrionale è costantemente diminuita. Quest’anno, il ghiaccio artico estivo ha raggiunto il livello più basso in 40 anni di registrazione.

Infatti, sebbene il ghiaccio marino si accumuli ogni anno durante l’inverno, lo studio suggerisce che, nel Mare di Bering, anche i livelli massimi della stagione fredda potrebbero essere in calo. La perdita di ghiaccio sta già influenzando la fauna artica, inclusi trichechi, orsi polari e foche, con conseguenze per le comunità native che dipendono dalla caccia per il proprio sostentamento. Il restringimento dell’area del ghiaccio marino esacerba anche il riscaldamento nella regione, poiché viene sostituito da macchie di acqua scura che assorbono la radiazione solare piuttosto che rifletterla fuori dall’atmosfera.

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Inoltre, il team si è accorto che la temperatura dell’aria non era l’unico fattore che influiva sul ghiaccio. Le trasformazioni della circolazione oceanica e atmosferica legate ai cambiamenti climatici hanno un impatto ancora maggiore. “C’è molto di più che il semplice riscaldamento delle temperature”, ha detto Wooller, “stiamo assistendo a un cambiamento nei modelli di circolazione, sia nell’oceano, sia nell’atmosfera”.

Lo studio ha rilevato che i cambiamenti nel ghiaccio marino sembrano essere in ritardo di almeno diversi decenni rispetto ai cambiamenti nei gas serra atmosferici. Ciò implica che i recenti livelli minimi del ghiaccio invernale siano da considerarsi una risposta ai livelli di gas serra risalenti a decenni fa.

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