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Record negativo per il ghiaccio marino dell’Antartide: è davvero colpa della crisi climatica?

Ghiaccio marino dell’Antartide: mai così poco, manca 1,75 mln km2
crediti: NSIDC

I dati dell’NSIDC segnalano 1,03 mln km2 meno del record negativo precedente del 1986

(Rinnovabili.it) – Oltre 1 milione di chilometri quadrati in meno del record negativo precedente. Un’area grande come Italia e Francia insieme. È la superficie di ghiaccio marino dell’Antartide che manca al culmine dell’inverno. Lo rivelano i dati del National Snow and Ice Data Center degli Stati Uniti.

L’anno peggiore per il Polo Sud da quando esistono le rilevazioni scientifiche ha toccato il minimo di estensione della piattaforma ghiacciata marina il 10 settembre, al culmine della stagione fredda nell’emisfero australe e ben 13 giorni in anticipo rispetto alla media. A quella data, la superficie di oceano coperta dai ghiacci era di appena 16,96 mln km2, il peggior risultato dal 1979. Rispetto al record negativo precedente, toccato nel 1986, mancano all’appello 1,03 mln km2. Messo a confronto con la media storica 1981-2010, il deficit arriva a 1,75 mln km2.

C’è la crisi climatica dietro il record negativo di ghiaccio marino in Antartide?

“Non è solo un anno da record, è un anno da record estremo”, ha affermato Walt Meier dell’NSIDC. Ma è ancora presto per sostenere senza dubbi che la ragione principale dietro questo minimo storico sia il cambiamento climatico. Negli anni, il ghiaccio marino dell’Antartide ha mostrato un andamento non spiegabile semplicemente con l’aumento globale delle temperature. Alcuni dei massimi storici, infatti, risalgono a pochi anni fa. Le serie storiche evidenziano una tendenza allo scioglimento della calotta marina di appena lo 0,1% per decennio, dato che non è ritenuto un trend significativo.

Per alcuni settori del Polo Sud, la ragione dietro la perdita record di ghiaccio è soprattutto il comportamento dei venti, come nel mare di Ross. Ma per il resto del continente, una spiegazione chiara ancora non c’è. Tuttavia, sottolinea l’NSIDC, “la maggior parte delle ricerche ha suggerito che i cambiamenti nel contenuto di calore dell’oceano vicino alla superficie sono responsabili della crescita lenta degli ultimi mesi” del ghiaccio marino dell’Antartide. Se così fosse, ci sarebbe certamente un ruolo fondamentale della crisi climatica.

Ad ogni modo, il record negativo di quest’anno influenzerà il clima globale nei prossimi mesi, aggiungendosi ad altri fattori che stanno spingendo il termometro globale verso 1,5°C (c’è una probabilità del 50% che già quest’anno l’anomalia termica arrivi a questo valore), su tutti l’influsso di El Niño. La superficie ghiacciata, infatti, essendo più chiara rispetto all’oceano, riflette una quantità maggiore di radiazione solare. Con più oceano scoperto, invece, questa quantità di calore sarà in gran parte assorbita dall’oceano, che la rilascerà lentamente in atmosfera.

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