L’ammanco di calotta glaciale è così pronunciato che supera le 6 deviazioni standard: è un evento che ha una probabilità di ripetersi appena 1 volta ogni circa 3 milioni di anni. Anche se non è chiaro se e quanto il climate change sia tra le cause di questo fenomeno, sicuramente avrà ripercussioni importanti sul clima globale nei prossimi mesi. Ecco quali
Meno ghiaccio significa meno albedo e più energia solare incamerata dall’oceano
(Rinnovabili.it) – Al Polo Sud manca un pezzo di banchisa più grande della Groenlandia. Nonostante nell’emisfero australe sia pieno inverno, il ghiaccio marino dell’Antartide stenta a rigenerarsi ed è da mesi al minimo storico. Per tutto il 2023, l’estensione della parte di calotta che galleggia sull’oceano è stata molto più bassa della media di riferimento.
Oltre 6 deviazioni standard in meno
Se il primato negativo era già visibile a febbraio, cioè al culmine dell’estate antartica, l’anomalia ha continuato a crescere in modo evidente nei mesi successivi. Per capire quanto sia eccezionale questa situazione bisogna considerare alcuni dati.
Negli ultimi giorni di luglio, l’ammanco di ghiaccio marino dell’Antartide ha superato le 6 deviazioni standard rispetto alla media (è a 6,65σ). La deviazione standard è un indice che si usa in statistica per indicare la probabilità di un evento. Più la deviazione è alta, più l’evento ha poca probabilità di accadere. Un evento come quello in corso, a 6σ, ha una probabilità di ripetersi solo 1 volta ogni circa 3 milioni di anni.
Secondo i dati di Climate Reanalyzer, curato dall’università del Maine, al 30 luglio l’estensione della calotta glaciale antartica era di 14,55 mln di km2. Nel 2022, quando aveva segnato il record negativo precedente, la calotta copriva 15,76 mln di km2: 1,2 mln di km2 in più. In pratica, rispetto al 2022, quest’anno all’Antartide manca una superficie di ghiaccio grande 4 volte l’Italia.
Perché è importante il ghiaccio marino dell’Antartide?
Gli scienziati non sono certi di poter attribuire questa dinamica al climate change di origine antropica. A differenza dell’andamento del ghiaccio nell’Artico, infatti, al Polo Sud la dinamica non sembra seguire il trend del riscaldamento globale. Negli ultimi anni sono stati registrati anche diversi record positivi. Ma sicuramente un valore così basso come quello del 2023 influirà sul clima a livello globale.
Il ruolo dell’albedo
La calotta del Polo Sud ha un ruolo importante nel regolare il bilancio energetico terrestre, il cui sbilanciamento a fine luglio ha toccato il nuovo record assoluto con 1,97 W/m2 (media 12 mesi). Tutto dipende dall’albedo, cioè la quantità di radiazione solare che viene riflessa via dalla Terra. Più il ghiaccio copre il mare, più energia solare verrà inviata indietro nello spazio dalla superficie ghiacciata, più chiara. Al contrario, meno ghiaccio marino c’è, più energia viene incamerata dall’oceano, più scuro.
Gli effetti sul clima globale
L’effetto non è piccolo. Secondo uno studio del Finnish Meteorological Institute pubblicato nel 2021, tra il 2000 e il 2015, l’espansione della copertura di ghiaccio marino antartico ha prodotto un effetto di raffreddamento che ha ampiamente bilanciato l’effetto di riscaldamento causato dalla fusione del ghiaccio nella regione artica.
Non solo. Questa energia in più viene trasportata altrove dall’oceano e può avere effetti globali. Oltre a riscaldare le acque antartiche e contribuire, in un circolo vizioso, a far fondere più ghiaccio marino in Antartide, il calore trasportato può contribuire a sbilanciare il sistema climatico terrestre nel suo insieme, con effetti su uragani, ondate di calore, precipitazioni in molte aree del globo. Sommato a El Niño, che da solo potrebbe aggiungere fino a 0,2°C di riscaldamento globale, potrebbe quindi contribuire a rendere il 2024 il primo anno in cui il mondo supera la soglia di 1,5 gradi.