I dati del NSIDC degli Stati Uniti confermano la tendenza alla riduzione della calotta polare. Rispetto al minimo storico, quest’anno ci sono 840mila km2 in più, ma il trend è di una perdita media annua di oltre 77mila km2. Ogni decennio il Polo Nord si restringe del 12,5%
È il 6° anno peggiore dal 1979 per l’estensione del ghiaccio artico
(Rinnovabili.it) – Al culmine dell’estate artica, al Polo Nord mancano quasi 2 milioni di chilometri quadrati di ghiaccio rispetto alla media 1981-2010. Una superficie grande 7 volte l’Italia. Non è il risultato peggiore in assoluto per l’estensione del ghiaccio artico ma il dato si avvicina molto. Il 2023 è il 6° anno peggiore da quando esistono le rilevazioni.
Ogni decennio il Polo Nord perde il 12,5% di estensione
Rispetto al 2012, quando la calotta polare artica registrò il minimo storico, quest’anno il ghiaccio artico è appena 840.000 km2 più esteso, per un totale di 4,23 milioni di km2. Undici anni fa la superficie coperta si era fermata a 3,39 mln km2. Un dato, quello annunciato oggi dal National Snow and Ice Data Center degli Stati Uniti, che conferma il forte trend negativo in corso.
Considerando i valori da quando è partito il monitoraggio satellitare del ghiaccio artico, nel 1979, fino al dato del 2023, la tendenza è di una riduzione molto marcata dell’estensione della calotta: ogni decennio si rimpicciolisce del 12,5%. In media, ogni anno il Polo Nord si restringe di 77.800 km2, un’area equivalente a quattro volte e mezzo il Lazio.
Il minimo per quest’anno è arrivato il 19 settembre, 5 giorni più tardi della media. Ma le oscillazioni del clima potrebbero portare a nuovi scioglimenti, più tardivi. “Mentre il sole continua ad abbassarsi all’orizzonte, la temperatura dell’aria scenderà ulteriormente, espandendo l’estensione del ghiaccio durante l’autunno e l’inverno. Tuttavia, con zone significative di bassa concentrazione di ghiaccio, una tempesta di fine stagione può comprimere il ghiaccio marino e ridurne ancora l’estensione”, sottolinea il NSIDC.
Secondo le ultime stime dell’IPCC, il Panel Intergovernativo sul Cambiamento Climatico, la prima estate completamente senza ghiaccio artico dovrebbe arrivare intorno al 2050. Ma uno studio pubblicato a giugno di quest’anno suggerisce che la fusione totale ghiaccio artico avverrà sicuramente prima di metà secolo e potrebbe verificarsi già negli anni ’30, due decenni in anticipo. E in qualsiasi scenario emissivo, anche quello considerato più ottimistico dall’IPCC.