Rinnovabili

Il “respiro” del ghiacciaio Thwaites anticipa la sua fusione irreversibile

Ghiacciaio Thwaites: fusione accelerata già tra 10-20 anni
via depositphotos.com

Se si fondesse del tutto, il ghiacciaio Thwaites aumenterebbe il livello dei mari globali di 60 cm

Una delle lingue glaciali più instabili e grandi dell’Antartide potrebbe fondersi molto prima del previsto. Già entro 10-20 anni, il ghiacciaio Thwaites potrebbe superare il punto oltre il quale la sua fusione è destinata ad accelerare. Se si sciogliesse completamente causerebbe un aumento del livello dei mari in tutto il mondo di 60 centimetri.

La causa? L’intrusione di acqua marina – più calda – sotto il ghiacciaio. Il fenomeno è noto da tempo così come il suo contributo all’instabilità complessiva. Ma per la 1° volta, un team internazionale di ricercatori è riuscito ad avere evidenza diretta dell’entità dell’intrusione e a ricalcolare il suo impatto.

Le maree fanno “respirare” il ghiacciaio Thwaites

Grazie all’uso di immagini satellitari, gli autori dello studio pubblicato su PNAS hanno “corretto” i modelli oggi più usati per valutare il comportamento futuro del ghiacciaio Thwaites. Finora, questi modelli si basano su una transizione netta tra ghiaccio ancorato alla roccia sottostante e ghiaccio galleggiante in mare, escludendo che avvenga la fusione nel punto di transizione.

Ma le nuove evidenze mostrano che la fusione del ghiacciaio è più simile a un “respiro”. L’intrusione di acqua marina avviene a intervalli regolari, dettati dalle maree, e fa sollevare e abbassare ciclicamente parte del ghiacciaio ancorato alla roccia. Un dato significativo, anche perché la fusione più consistente si ha proprio quando si verifica il primo contatto tra ghiaccio e acqua marina. Le dimensioni e la geografia di Thwaites contribuiscono a determinare quanto può essere rapido l’innesco di una fusione accelerata, visto che la lingua ha una larghezza di 120 km e uno spessore di circa 1,2 km.

“Thwaites è il luogo più instabile dell’Antartide e contiene l’equivalente di 60 centimetri di innalzamento del livello del mare”, sottolinea Christine Dow dell’Università di Waterloo e coautrice dello studio. “La preoccupazione è che stiamo sottovalutando la velocità con cui il ghiacciaio sta cambiando, il che sarebbe devastante per le comunità costiere di tutto il mondo”.

Exit mobile version