L’iniziativa-faro della Commissione UE prevede la creazione di una replica digitale della Terra basata su un data lake che integra i database delle agenzie europee che monitorano il clima (Copernicus, ESA, EUMETSAT ed ECMWF), dati in arrivo dall’IoT e dati socioeconomici. Dal 2027 interagirà anche con altri digital twins. Produrrà simulazioni accurate dell’impatto della crisi climatica, anche su scala locale, e permetterà di stimare le ricadute su società ed economia con un livello di dettaglio senza precedenti
Il gemello digitale della Terra sarà pienamente operativo dal 2030
Comprendere e prevedere meglio l’impatto del cambiamento climatico e degli eventi estremi. Grazie all’intelligenza artificiale e al supercomputer più veloce d’Europa, LUMI. Per rispondere meglio ai disastri naturali e calcolarne gli impatti socioeconomici e politici. E calibrare le misure di adattamento alla crisi climatica. Sono gli obiettivi di Destination Earth, l’iniziativa-faro lanciata il 10 giugno dalla Commissione UE che sfrutta una capacità di modellazione “senza precedenti” per costruire un gemello digitale della Terra.
“Il lancio iniziale di Destination Earth (DestinE) rappresenta un vero e proprio punto di svolta nella nostra lotta contro il cambiamento climatico. DestinE ci fornirà un gemello altamente accurato della Terra. Significa che possiamo osservare le sfide ambientali che possono aiutarci a prevedere gli scenari futuri, come non abbiamo mai fatto prima”, ha commentato Margrethe Vestager, vice-presidente della Commissione UE con delega alla digitalizzazione.
A cosa serve un gemello digitale della Terra?
Un progetto che rappresenta “una vera svolta in termini di precisione, dettagli locali, accesso alle informazioni, velocità e interattività”, si legge sul sito di Destination Earth. Di cosa si tratta? Il sistema permetterà di raccogliere e far interagire dati provenienti da fonti di diverso livello da tutta Europa. Il data lake, infatti, integra i database di Copernicus, ESA, EUMETSAT ed ECMWF, oltre a raccoglierne anche da fonti diverse come l’Internet delle cose (IoT) e i database socioeconomici. Dal 2027 è prevista anche l’integrazione con altri digital twins. Destination Earth elaborerà questi dati grazie alla potenza di calcolo di LUMI e di altri computer europei ad alte prestazioni (EuroHPC). E produrrà – entro il 2030 – un gemello digitale della Terra.
“Interrogando” questa replica del Pianeta si potranno ottenere simulazioni altamente accurate, interattive e dinamiche del sistema Terra. Si potrà scegliere di focalizzarsi su aspetti specifici, ad esempio l’impatto su scala regionale di determinati cambiamenti climatici, le trasformazioni attese per gli ecosistemi marini, le conseguenze della crisi climatica negli spazi urbani. Tutte informazioni che potranno supportare misure adeguate di tutela della biodiversità, gestione delle risorse idriche, pianificazione delle energie rinnovabili e delle risorse alimentari. In breve, Destination Earth si candida a diventare un punto di riferimento per le politiche di adattamento alla crisi climatica. Ma anche quelle di prevenzione e risposta agli eventi estremi.