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Il G7 Clima Energia di Torino si chiude con un timido accordo sul carbone

I ministri firmano la carta di Venaria promettendo di eliminare gradualmente l’attuale produzione energetica da carbone nella prima metà del prossimo decennio. Ma ancora una volta i dettagli sono fumosi e l'azione è lenta

Il G7 Clima Energi
Credits: G7 Italy

I risultati del G7 Clima Energia Ambiente 2024

Quanto è difficile produrre accordi sul clima che riportino impegni precisi e puntuali? Guardando ai grandi incontri politici internazionali verrebbe da dire estremamente difficile. E il G7 Clima Energia ed Ambiente 2024 di Torino non fa eccezione. Il Vertice ministeriale si è chiuso oggi pomeriggio con quello che sulla carta sembrerebbe uno grande risultato. Il Gruppo dei Sette ha concordato, infatti, per la prima volta una data per dire addio all’attuale produzione energetica a carbone. Impresa non scontata visto gli interessi in gioco di nazioni con il Giappone e la Germania. Ma prima di esultare, è opportuno leggere da vicino la “Carta di Venaria” (pdf), come è stato ribattezzato il documento finale del meeting.

G7: Phase out del carbone al 2035 o quasi

Il testo riporta un impegno abbastanza flessibile e aperto alle interpretazioni. Recita il documento:

Ci impegniamo […] a eliminare gradualmente l’attuale produzione di energia da carbone nei nostri sistemi energetici durante la prima metà del 2030 o in una tempistica coerente con il mantenimento di un limite di aumento della temperatura di 1,5°C a portata di mano, in linea con i percorsi net-zero dei paesi”.

Una clausola, quest’ultima, che si potrebbe tradurre in una deadline ancora più morbida, tendendo una mano a Berlino che ha già fissato il suo phase out per il 2038 e a Tokyo che ancora non ha impostato nessuna politica nazionale in tal senso.

Eppure arrivare a questo debole passaggio non è stato facile. “Sappiamo bene che il carbone è uno delle fonti maggiori di emissione climalteranti”, ha commentato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin al termine del G7 Clima Energia. “E su questo devo dire un grazie particolare perché c’è stato un lavoro notevole da parte di tutti i paesi, da parte della Troika e in particolare dagli amici che rappresentano il Giappone. Un obiettivo di uscita è stato indicato nella prima metà del prossimo decennio e questa è la prima volta che si indica almeno un percorso e un obiettivo”. 

Gli altri Goal inseriti della carta di Venaria

Quali altri impegni sono stati inseriti nella dichiarazione finale? I ministri di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti hanno concordato di perseguire uno sforzo collettivo verso una riduzione del 75% delle emissioni globali di metano da combustibili fossili, anche riducendo l’intensità delle emissioni di metano delle operazioni di petrolio e gas entro il 2030. Collaborando anche con i paesi produttori non appartenenti al G7 per ottenere riduzioni significative. Target a cui si aggiunge  la solita vaga promessa di “compiere sforzi intensi per ridurre la domanda e l’uso dei combustibili fossili”.

La carta riporta anche la volontà di:

  • presentare NDC che dimostrino progressi e la massima ambizione possibile, con obiettivi di riduzione assoluta a livello economico, che coprano tutti i gas serra, i settori e le categorie, in linea con 1,5°C;
  • utilizzare la Conferenza sui materiali e minerali critici al fine di accelerare l’attuazione del “Piano in cinque punti per la sicurezza dei minerali critici” stabilita al G7 di Sapporo;  istituire una Coalizione del G7 per l’acqua finalizzata, tra le altre cose, a identificare obiettivi e strategie comuni per per affrontare la crisi idrica globale;
  • sviluppare una Agenda volontaria su tessile e moda circolari;
  • assicurare una transizione giusta verso l’energia pulita nei paesi in via di sviluppo, con particolare riferimento all’Africa;
  • contribuire a sestuplicare la capacità degli accumuli di energia al 2030, portandola fino a 1.5 TW, a livello globale.

Come promesso da Pichetto la Carta di Venaria contiene anche un capitolo dedicato all’energia nucleare, sia da fissione che da fusione. Nel primo caso i Sette si sono impegnati a promuovere iniziative di ricerca e sviluppo su tecnologie nucleari innovative, e l’impiego di reattori modulari avanzati e di piccole dimensioni, compresi i microreattori, consentendo un maggiore accesso agli strumenti di finanziamento. Nel secondo caso invece sarà istituito un gruppo di lavoro del G7 sull’energia da fusione per condividere le migliori pratiche ed esplorare aree di cooperazione reciproca tra paesi. 

Inoltre – ha aggiunto Pichetto – c’è stato un impegno ad agire verso l’obiettivo zero importazioni di gas dalla Russia. Naturalmente investendo su altre valutazioni che riguardano il GNL”.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.