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Fusione dei ghiacci polari, dopo 30 anni corre 5 volte più veloce

Calotta della Groenlandia: è “inevitabile” che alzi gli oceani di 27 cm
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I dati aggiornati di Imbie sulla fusione dei ghiacci polari

(Rinnovabili.it) – Artico e Antartide, insieme, hanno perso in 30 anni una quantità di ghiaccio grande come un cubo con uno spigolo di 20 km. Fra il 1992 e il 2022, la loro massa glaciale si è assottigliata di qualcosa come 7.560 miliardi di tonnellate. E la fusione dei ghiacci polari è in accelerazione. Oggi procede a un ritmo 5 volte maggiore rispetto a tre decenni fa.

Lo afferma il terzo aggiornamento dell’Ice Sheet Mass Balance Intercomparison Exercise (Imbie), un progetto congiunto ESA-NASA che monitora la fusione dei ghiacci polari e punta ad ottenere stime sempre più precise tramite le rilevazioni satellitari.

I dati di Imbie sulla fusione dei ghiacci polari

Il progetto conferma ciò che sappiamo da tempo sulle tendenze della crisi climatica ai Poli e la sua accelerazione. Il ritmo del riscaldamento globale aumenta e lo stesso avviene per la fusione dei ghiacci polari. In modo analogo a quanto avviene per le temperature medie dell’atmosfera, come registrato di recente dallo Stato del Clima Europeo 2022, nell’ultimo decennio sono concentrati i 7 anni in cui si sono verificati i peggiori eventi di fusione. Il peggiore è stato il 2019, quando sono finiti in mare 612 miliardi di tonnellate di acqua dolce di fusione. Di questi, la maggior parte (444 mld t) erano dovute ad una ondata di caldo eccezionale sull’Artico durante l’estate.

L’intero ammontare di ghiaccio fuso conteggiato in questi 30 anni è responsabile di un aumento dei mari globali di 21 millimetri, in pratica ¼ dell’innalzamento degli oceani totale. All’inizio degli anni ’90 la quota si fermava poco oltre il 5%. Di questi 21 mm, due terzi (13,5 mm) dipendono dalla sola Groenlandia mentre il resto dall’Antartide.

“L’accelerazione della perdita della calotta glaciale significa che nel prossimo decennio si assisterà a un netto aumento del tasso di innalzamento del livello del mare”, ha spiegato Andrew Shepherd della Northumbria University e fondatore dell’Imbie. “Negli ultimi decenni, si è trattato di circa 3 mm all’anno. Presto vedremo 4 mm, 5 mm, 6 mm all’anno; e questo sarà un grande cambiamento psicologico rispetto a ciò a cui siamo abituati”.

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