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In 30 anni, le correnti oceaniche rallenteranno del 40% per la fusione dei ghiacci dell’Antartide

Fusione dei ghiacci dell’Antartide: verso il collasso delle correnti oceaniche
Foto di Annie Spratt su Unsplash

Uno studio su Nature indaga l’impatto sulla circolazione termoalina della fusione dei ghiacci dell’Antartide

(Rinnovabili.it) – Entro il 2050, le correnti oceaniche rallenteranno fino al 40%, alterando il ruolo di “nastri trasportatori” di carbonio, ossigeno e calore (circolazione termoalina) fondamentali per la vita marina e la stabilità del clima. È l’effetto della fusione dei ghiacci dell’Antartide se nei prossimi decenni le emissioni globali resteranno su valori analoghi a quelli di oggi.

Si tratterebbe di un collasso rapidissimo. La circolazione termoalina oscilla naturalmente, seguendo la crescita o la fusione delle calotte polari che immettono o sottraggono acqua dolce agli oceani. Ma lo fa su periodi di millenni, mentre in questo caso tutto potrebbe avvenire nell’arco di pochi decenni.

Gli effetti della fusione dei ghiacci dell’Antartide

Lo afferma uno studio apparso su Nature e condotto da ricercatori del MIT e di diverse università australiane, che si è concentrato sull’impatto della fusione dei ghiacci dell’Antartide sulle correnti marine profonde (oltre 4.000 m) che circondano il Polo Sud. Aggiungendo ai modelli climatici più aggiornati le proiezioni sul cambiamento di salinità e densità delle acque attorno al continente ghiacciato, gli autori hanno calcolato come e quanto rallenta il rimescolamento delle acque superficiali e di quelle profonde.

Questo meccanismo è fondamentale per la vita marina perché permette ai nutrienti situati in profondità di riemergere e di venire trasportati dalle correnti. Da questa dinamica nell’oceano Meridionale dipende circa il 75% del fitoplankton globale, la base delle catene trofiche oceaniche.

Allo stesso modo, questa circolazione consente di trasportare calore: è la stessa dinamica alla base della corrente del Golfo, che rende il clima dell’Europa ben più temperato vista la sua latitudine. Secondo lo scenario delineato nello studio, questo calore resterebbe vicino all’Antartide e accelererebbe a sua volta la fusione della calotta polare antartica.

Infine, meno rimescolamento delle acque comporta una capacità più bassa dell’oceano di assorbire CO2 dall’atmosfera. Ciò avrebbe impatti profondi sul clima globale, dato che le masse oceaniche sono il principale pozzo di carbonio del Pianeta.

Lo studio non ha cercato di quantificare nessuno di questi impatti, ma afferma che la fusione dei ghiacci dell’Antartide ai ritmi attuali, nei prossimi 30 anni, “altererebbe profondamente il ribaltamento oceanico di calore, acqua dolce, ossigeno, carbonio e sostanze nutritive, con impatti avvertiti in tutto l’oceano globale per i secoli a venire.

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