Rinnovabili • Siccità in Italia: il Po registra -25% meno del minimo storico Rinnovabili • Siccità in Italia: il Po registra -25% meno del minimo storico

Cosa ci riservano gli eventi estremi in Europa per i prossimi decenni?

Il rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente analizza le vulnerabilità e gli sviluppi futuri di ondate di caldo, alluvioni, siccità e incendi

Siccità in Italia: il Po registra -25% meno del minimo storico
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Le previsioni dell’EEA sull’evoluzione degli eventi estremi in Europa

(Rinnovabili.it) – Una lunga fila di studi scientifici dimostra da anni che gli estremi climatici diventeranno più frequenti e intensi in futuro a causa del cambiamento climatico di origine antropica. Cosa significa questo per gli eventi estremi in Europa, e quali sono gli impatti che ci dobbiamo attendere? A questa domanda risponde un nuovo rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente che si concentra su 4 aspetti: ondate di caldo, alluvioni, siccità e incendi.

Chi è più a rischio?

Qual è la situazione oggi e chi è più vulnerabile? Per le ondate di calore si tratta degli anziani, il 20% della popolazione europea. Le città, a causa dell’effetto isola di calore, possono essere anche 10 gradi più calde delle aree di campagna limitrofe. Questo significa che già oggi quasi metà degli ospedali e il 40% delle scuole nelle 100 principali città del continente si trovano in aree almeno 2 gradi più calde della media locale. In Italia si va dal 100% degli ospedali a rischio a Palermo al 6,9% di Milano, e dal 97% delle scuole di Torino all’8% sempre del capoluogo meneghino.

Per le alluvioni, il rischio riguarda il 10% degli europei e una percentuale simile di ospedali e scuole. Nel sud Europa il 30% degli abitanti vive in aree perennemente sottoposte a stress idrico, mentre il numero di persone che vive in aree regolarmente esposte a incendi è più che raddoppiato da 50 a 119mila persone.

Cosa ci riservano gli eventi estremi in Europa?

In futuro, calcola l’EEA, in alcune zone dell’Europa meridionale, nello scenario a più alte emissioni, alla fine del 21° secolo “potrebbero esserci più di 60 giorni estivi in cui le condizioni sono pericolose per la salute umana”. Con un riscaldamento globale di 3°C nel 2100, “90.000 europei potrebbero morire ogni anno a causa del caldo estremo”. Con un riscaldamento globale di 1,5°C, la cifra si ridurrebbe a 1/3.

Le misure di adattamento fanno la differenza soprattutto negli impatti delle alluvioni. “In un contesto di cambiamento climatico, entro la fine del secolo, si prevede che il numero di persone esposte alle inondazioni fluviali annuali in Europa sia compreso tra 252.000 e 484.000”, scrive l’EEA. “Tuttavia, con misure di adattamento, la popolazione esposta può essere limitata a 100.000 o meno”. Le siccità, invece, potrebbero triplicare di durata e intensità nel sud Europa entro fine secolo.