
Le città più popolate del mondo sono sempre più esposte a eventi climatici estremi. Spesso in rapida combinazione. Tra le 112 metropoli con più abitanti, il 15% sperimenta contemporaneamente l’intensificazione di inondazioni e siccità. Un fenomeno noto come “colpo di frusta climatico” (climate whiplash). Mentre il 20% delle città sta subendo un radicale capovolgimento climatico verso condizioni estremamente secche (il 7% dei casi) o umide (il 13%). Cambiamenti che riguardano oltre 250 milioni di persone.
Sono le stime fornite dalla no profit WaterAid nel rapporto Water and Climate: Rising Risks for Urban Populations con i contributi delle università di Bristol e Cardiff. Lo studio usa una metodologia innovativa che incrocia per la 1° volta trend climatici storici (usando una serie storica di 42 anni) con parametri di vulnerabilità socioeconomica. Restituendo un’immagine dinamica dell’esposizione delle grandi città agli eventi climatici estremi.
Eventi climatici estremi, le metropoli più vulnerabili
Gli hotspot individuati dal rapporto per esposizione congiunta al cambiamento climatico e a vulnerabilità di tipo sociale ed economico sono concentrati in Asia meridionale e in Africa.
Le città pakistane di Faisalabad e Lahore, insieme a Colombo (Sri Lanka), rappresentano casi emblematici del ribaltamento verso condizioni estremamente umide, con un aumento del 300% degli eventi alluvionali rispetto ai decenni precedenti. Qui l’intensità delle precipitazioni è cresciuta del 42% dal 1985, i sistemi fognari coprono solo il 35% del fabbisogno urbano e il 28% della popolazione vive in insediamenti informali a rischio idrogeologico.
L’indice composito di WaterAid rivela che 6 delle 10 città più vulnerabili si trovano nell’Africa subsahariana. Con Khartoum (Sudan) in testa alla classifica con questi indicatori: copertura idrica inferiore al 50%, tasso di povertà urbana al 68% e reti fognarie inesistenti nel 75% dei quartieri periferici.
E in Europa? La tendenza rilevata da WaterAid è una sorta di aridificazione silenziosa delle metropoli. Città come Madrid e Parigi registrano una riduzione del 25% delle precipitazioni medie annue e un aumento di 1.8°C delle temperature estive, insieme a tassi di ricarica delle falde inferiori al 60% della capacità storica. In più, l’età media delle infrastrutture idriche europee (oltre 50 anni) amplifica i rischi. In tutta Europa. Dove le perdite nella rete di distribuzione sono superiori al 40% in 15 delle città analizzate (la media italiana è del 42%).