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Come l’uomo sta accelerando gli eventi climatici estremi

Eventi climatici estremi:
Credits: Juraj Varga da Pixabay

Lo studio sugli eventi climatici estremi è pubblicato su Nature Communications

(Rinnovabili.it) – Bombe d’acqua e valanghe di fango sono episodi che popolano le cronache mondiali sempre più di frequente. Dietro l’aumento di questi eventi climatici estremi c’è anche la mano dell’uomo. Uno studio ha ricostruito l’apporto dei fattori antropici al cambiamento dei volumi di precipitazioni in tutto il globo. È la prima volta che viene ricostruito il quadro globale delle modifiche alle precipitazioni, finora erano disponibili solo delle ricerche su base regionale.

Il lavoro dei ricercatori dell’università della California di Los Angeles ha individuato due fattori antropici che influenzano in modo particolare il ritmo con cui si verificano eventi climatici estremi. Si tratta delle emissioni di gas serra in atmosfera e del cambiamento d’uso del suolo.

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“È fondamentale identificare i cambiamenti ai modelli di precipitazione causati dall’azione umana, rispetto ai cambiamenti causati dalla variabilità naturale del clima”, spiega al Guardian il primo autore della ricerca, Gavin Madakumbura. “Ci consente di gestire le risorse idriche e pianificare misure di adattamento ai cambiamenti guidati dal cambiamento climatico”.

I risultati di questo studio confermano una ricerca del 2019, condotta dal National Center for Atmospher Research (NCAR), negli Stati Uniti, in collaborazione con l’Università di Lanzhou in Cina e l’Università di Tolosa in Francia. Quello studio individuava fattori antropici dietro i cambiamenti nell’andamento delle precipitazioni degli ultimi 100 anni nell’emisfero settentrionale. Le variazioni di precipitazioni, positive e negative, individuate da questa ricerca coincidono sostanzialmente con quelle dello studio dell’UCLA.

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I ricercatori californiani hanno identificato diversi meccanismi che mettono in relazione temperature più calde a precipitazioni estreme. “Il meccanismo dominante per la maggior parte delle regioni del mondo è che l’aria più calda può trattenere più vapore acqueo”, ha affermato Madakumbura. “Questo alimenta le tempeste”.

Questi risultati sono stati ottenuti con un metodo di ricerca innovativo, che si basa sull’utilizzo del machine learning. Gli autori hanno “dato in pasto” solo i dati grezzi al meccanismo di machine learning. Il prossimo passo è aggiungere anche elementi di fisica del clima: in questo modo il risultato spiegherà non solo cosa cambia, ma anche come e secondo quali relazioni.

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