Uno studio apparso su PNAS traccia la firma isotopica dell’aumento delle emissioni di CH4 dal 2020 a oggi, quando l’incremento si è impennato. Gli isotopi del carbonio dicono che le fonti non sono i combustibili fossili ma quelle legate alla respirazione microbica. Come torbiere, discariche e allevamento. Non è escluso un ruolo, anche importante, del riscaldamento globale
L’aumento delle emissioni di metano in atmosfera negli ultimi anni non dipende dalle fonti fossili. L’origine è un’altra: torbiere, discariche e bestiame. Vale a dire le fonti che dipendono dalla respirazione microbica. Gli archaea, un tipo di microrganismi che vivono nel terreno e nell’intestino delle vacche, producono metano come sottoprodotto della scomposizione della materia organica.
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Cosa spiega l’aumento recente delle emissioni di metano?
Scoprire la fonte precisa delle emissioni di metano è possibile grazie all’analisi della quantità di isotopi di carbonio, in particolare del carbonio-13, presenti nei campioni. Gli isotopi funzionano come una sorta di “impronta digitale” dell’origine del metano. Ed è a questo metodo che sono ricorsi dei ricercatori dell’università di Boulder, in Colorado, per dare conto di un fenomeno osservato a partire dal 2020: le emissioni di metano sono aumentate in modo significativo, mentre la quantità di carbonio-13 è crollata.
Le concentrazioni globali di metano sono aumentate di 15, 18, 13 e 10 parti per miliardo ogni anno dal 2020 al 2023. Si tratta, rispettivamente, del 2°, 1°, 4° e 14° aumento più grande dall’inizio della serie storica delle emissioni di metano della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti.
Il team di ricercatori ha analizzato tre diversi scenari di emissioni, confrontandone la firma isotopica con quella osservata dalle rilevazioni in atmosfera. Il risultato? Tra il 2020 e il 2022, il drastico aumento del metano atmosferico è stato causato quasi interamente da fonti microbiche. La respirazione microbica era già una fonte importante nota. Ma il suo contributo è salito a oltre il 90% del totale a partire dal 2020.
Ciò che lo studio, apparso di recente su PNAS, non è riuscito a chiarire, è quale sia la causa che si cela dietro la maggiore attività microbica. Non è acclarato, ad esempio, se le maggiori emissioni provengano da fonti naturali come le zone umide, oppure da fonti antropiche come le discariche e l’allevamento.
“In un mondo che si riscalda, non sarebbe sorprendente se una qualsiasi di queste fonti emettesse più metano”, suggeriscono gli autori. I microbi, proprio come noi umani, hanno un metabolismo accelerato quando la temperatura aumenta.