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Dal 2001, le emissioni degli incendi delle foreste sono cresciute del 60%

Emissioni incendi foreste: aumentati del 60% in 20 anni
Foto di Kayla Gibson su Unsplash

Le emissioni degli incendi nelle foreste sono cresciute di circa il 60% dal 2001 al 2023. È una media globale che nasconde una novità: a bruciare di più sono soprattutto le foreste boreali, non quelle della fascia tropicale. Nel caso delle foreste di Nord America ed Europa, le emissioni sono quasi triplicate in 23 anni.

A pesare sono soprattutto due conseguenze della crisi climatica, che a quelle latitudini corre 2 volte più veloce della media mondiale.

Da un lato, l’aumento delle emissioni è correlato a un aumento di condizioni climatiche favorevoli agli incendi. Periodi caldo-secchi, specialmente durante le ondate di calore e i periodi di siccità, che stanno diventando più intense e frequenti per via del riscaldamento globale. Dall’altro lato, i tassi di crescita delle foreste che diventano più elevati. Anche in questo caso la crisi climatica gioca un ruolo: l’aumento di CO2 infatti stimola la crescita arborea.

Non è l’unica tendenza rilevante che si fa strada negli ultimi decenni. Ad aumentare non è solo l’entità degli incendi boschivi ma anche la loro gravità. Lo indica la tendenza in crescita del tasso di combustione del carbonio, una misura della gravità degli incendi basata sulla quantità di carbonio emessa per unità di area bruciata. Questo indicatore è aumentato di quasi il 50% nelle foreste di tutto il mondo tra il 2001 e il 2023.

Emissioni incendi foreste: conseguenze per i carbon budget e i crediti dalla riforestazione

Lo sostiene uno studio apparso di recente sulla rivista Science e condotto da scienziati dell’università britannica dell’East Anglia. Il primo studio che compara le variazioni delle emissioni degli incendi delle foreste con quelle di incendi non forestali, individua delle tendenze a livello regionale e di cluster.

Tra le conseguenze di questa ricerca spicca la necessità di rivedere il modo in cui oggi si attribuiscono le emissioni degli incendi a cause naturali e non antropiche. Ma anche, forse soprattutto, le implicazioni che ciò ha per la solidità del budget emissivi depositati dai paesi all’Onu e per il mercato dei crediti basato sulla riforestazione. In entrambi i casi, i serbatoi di carbonio sono più esposti e possono rivelarsi meno duraturi di quanto si creda oggi.

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