La concentrazione in atmosfera di questo gas serra è cresciuta del 20% in 2 decenni. Solo Europa e Australia diminuiscono il metano, gli aumenti più consistenti da Cina e Asia
Mai così tanto metano negli ultimi 800mila anni
Mai come negli ultimi 5 anni sono cresciute così rapidamente le emissioni globali di metano. La concentrazione in atmosfera del secondo più importante gas a effetto serra è ormai 2,6 volte più alta rispetto al periodo pre-industriale, 1931 parti per miliardo (ppb). Ovvero livelli che non si vedevano da almeno 800mila anni sulla Terra. Se continuiamo su questa traiettoria, il Pianeta va dritto verso un riscaldamento globale di circa 3 gradi.
“Il metano sta aumentando più velocemente in termini relativi di qualsiasi altro gas serra importante”, spiegano i ricercatori del Global Carbon Project, curato dall’università di Stanford, che hanno pubblicato un’analisi delle tendenze più recenti delle emissioni globali di metano.
“Anche gli aumenti annuali del metano stanno accelerando per ragioni dibattute. Le concentrazioni globali di metano sono aumentate di 15, 18, 13 e 10 ppb ogni anno dal 2020 al 2023, rispettivamente, il secondo, il primo, il quarto e il quattordicesimo aumento più grande da quando è iniziata la serie temporale del metano della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti nel 1983”, aggiungono.
Nuove stime sulle emissioni globali di metano
I ricercatori hanno rivisto i dati relativi alle emissioni globali di metano, calcolato la loro traiettoria e il contributo specifico delle singole fonti. Negli ultimi 20 anni, spiega lo studio pubblicato su Earth System Science Data e accompagnato da un articolo di commento su Environmental Research Letters, le emissioni totali annue di metano sono aumentate di 61 milioni di tonnellate. Ovvero, del 20%.
“Solo l’Unione Europea e forse l’Australia sembrano aver ridotto le emissioni di metano dalle attività umane negli ultimi due decenni”, ha affermato Marielle Saunois dell’Université Paris-Saclay in Francia e autrice principale dello studio. “I maggiori aumenti regionali sono avvenuti in Cina e nel sud-est asiatico”.
Quali sono le fonti antropiche delle emissioni di metano?
Che cosa traina questa crescita? Gli aumenti sono da imputare principalmente alla crescita delle emissioni derivanti dall’estrazione del carbone, dalla produzione e dall’uso di petrolio e gas, dall’allevamento di bovini e ovini e dalla decomposizione di cibo e rifiuti organici nelle discariche.
Se i tre fattori principali sono i soliti noti, lo studio sottolinea che agricoltura e rifiuti contribuiscono con circa due tonnellate di metano per ogni tonnellata dall’industria dei combustibili fossili. A livello di politiche manca quindi un’attenzione alle cause quantitativamente più rilevanti della crescita delle emissioni globali di metano.
Oltre a questi ambiti, tra le fonti antropiche di metano – oltre il 60% del totale delle emissioni di CH4 – lo studio prova a quantificare, per la prima volta, anche quelle che originano da ecosistemi come zone umide, acquitrini, laghi, ma che sono causate direttamente dalle attività umane. Come, ad esempio, le emissioni generate da un bacino idrico artificiale.