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Calano le emissioni dell’energia europea ma il merito è dei lockdown

Eurostat pubblica le stime 2020 sui trend emissivi legati all'uso dell'energia. Le maggiori riduzioni della CO2 registrate in Grecia, Estonia e Lussemburgo

emissioni dell'energia europea
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Energia europea e CO2 l’effetto Covid-19

(Rinnovabili.it) – La prima ondata di COVID-19 in Europa ha lasciato un segno tangibile anche a livello energetico. Le politiche nazionali di risposta all’emergenza hanno prodotto, per una buona parte del 2020, drastiche riduzione dei consumi energetici. Una situazione ormai nota su cui torna oggi Eurostat pubblicando le stime ufficiali delle emissioni legate all’uso dell’energia europea. L’ufficio statistico si aggiunge alla lista di voci che hanno riportato un calo delle emissioni climalteranti innescato dalle misure di contenimento del COVID-19.

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Nello specifico le stime di Eurostat si riferiscono esclusivamente alla CO2 rilasciata in maniera diretta dall’impiego di energia europea, sotto forma di elettricità, calore e carburanti. E quindi dalla combustione di fonti fossili, principalmente petrolio e prodotti petroliferi, carbone, torba e gas naturale. Tale voce si è ridotta del 10% nell’UE 2020, rispetto ai valori 2019. “Le emissioni di CO2 derivanti dall’uso di energia contribuiscono in modo determinante al riscaldamento globale e rappresentano circa il 75% di tutte le emissioni di gas serra prodotte dall’uomo nell’UE”, spiega l’emette in una nota stampa. “Sono influenzate da fattori quali le condizioni climatiche (ad es. Inverno freddo / lungo o estate calda), crescita economica, dimensione della popolazione, trasporti e attività industriali”.

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Secondo le stime di Eurostat, nel 2020 le emissioni legate all’uso dell’energia sono calate in tutti gli Stati membri dell’UE, con una maggiore diminuzione in Grecia (meno 18,7%), seguita da Estonia (meno 18,1%) e Lussemburgo (meno 17,9%). Seguono Spagna (meno 16,2%) e Danimarca (meno 14,8%). L’Italia, undicesima in classifica, ha registrato un taglio dell’11%. Le diminuzioni più basse sono state osservate, invece, a Malta (meno 1,0%), Ungheria (meno1,7%), Irlanda e Lituania (entrambe meno 2,6%).

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“Nel 2020 è stato osservato un netto calo del consumo di combustibili fossili (carbone duro, lignite, olio di scisto e sabbie bituminose, petrolio e prodotti petroliferi e gas naturale) in tutti i paesi. Le maggiori diminuzioni sono state osservate per tutti i tipi di carbone. Anche il consumo di petrolio e prodotti petroliferi è diminuito in quasi tutti gli Stati membri, mentre il consumo di gas naturale è diminuito solo in quindici Stati ed è aumentato o è rimasto allo stesso livello negli altri dodici. Al contrario, la quota delle energie rinnovabili (soprattutto eolica, idroelettrica e solare) nella generazione di elettricità è cresciuta notevolmente (> 80 Terawattora in più di generazione di elettricità)”.