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C’è la pandemia dietro il boom di emissioni di metano della Russia

Emissioni di metano: la Russia ha un record poco invidiabile
Foto di C2162 da Pixabay

L’anno scorso le emissioni di metano russe sono cresciute del 40%

(Rinnovabili.it) – Le emissioni di metano della Russia sono aumentate del 40% durante il 2020. Una crescita spettacolare rispetto all’anno precedente, da parte di un paese che già occupava da tempo il primo posto nella classifica degli Stati che emettono la maggiori quantità di questo gas climalterante. A ricostruire il boom russo sono gli analisti di Kayrros, che si sono basati sui dati forniti dalle missioni satellitari europee Sentinel-5P e Sentinel-2.

I leak sono concentrati su due pipeline: lo Yamal-Europe, lungo più di 4.000 km che attraversa Bielorussia, Polonia e Germania, e il gasdotto Bratstvo (Fratellanza), che con i suoi 2.750 km tocca Ucraina e Slovacchia. Dalla prima infrastruttura i ricercatori hanno contato 13 eventi, dalla seconda gli episodi di rilascio massiccio di emissioni di metano sono stati 33 e hanno avuto picchi anche di circa 300 t di metano all’ora.

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Perché questo incremento così consistente? C’entra la pandemia, suggeriscono alcuni analisti (gli operatori russi delle pipeline invece minimizzano). Queste infrastrutture hanno bisogno di frequente manutenzione e le misure di contenimento del Covid-19 probabilmente hanno rallentato le procedure.

La Russia si conferma così il paese con il maggior problema al mondo nel contenere le emissioni di metano. Nel 2020 sono state 14 mln di t, il 20% delle emissioni globali di questo gas con potere climalterante 84 volte maggiore della CO2 nei primi 20 anni in cui si trova in atmosfera. Il metano è responsabile di circa il 25% delle emissioni di gas serra di origine antropica.

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Secondo l’Iea, solo il 40% di queste emissioni deriva dalle operazioni di produzione. Le emissioni di metano, infatti, dipendono in 6 casi su 10 da leak, cioè da fuoriuscite durante la fase di trasporto. Il volume di CH4 rilasciato nel 2020 in atmosfera equivale per potere di impattare sul clima a tutta la CO2 emessa dall’intero comparto energetico europeo in un anno.

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