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Gli Stati Uniti hanno sbagliato i conti sulle emissioni di metano

Emissioni di metano: l’oil&gas USA ha sbagliato i calcoli
Credits: Hin und wieder gibts mal was. da Pixabay

Le emissioni di metano dell’oil&gas sono state sottostimate di molto

(Rinnovabili.it) – L’Epa sta sottovalutando, e di molto, le emissioni di metano prodotte dall’industria dell’oil&gas. Un nuovo studio grazie a rilevazioni satellitari riesce a ricondurre le emissioni alla loro fonte specifica. Un’analisi a grana più fine di quella che fa ogni anno l’agenzia per la protezione ambientale americana, che può aiutare gli Stati Uniti ad aumentare la loro ambizione climatica intervenendo in modo più puntuale sui produttori di gas serra.

“Questa è la prima valutazione a livello nazionale delle emissioni che l’Epa riferisce alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCC)”, spiega Joannes Maasakkers, attualmente scienziato presso il Netherlands Institute for Space Research e autore dell’articolo pubblicato su Atmospheric Chemistry and Physics.

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Lo studio è il risultato di una collaborazione di lungo periodo con l’agenzia federale. Una ricerca precedente aveva permesso di ricostruire i modelli di diffusione in atmosfera delle emissioni di metano. Aggiungendo un tassello in più, adesso questa nuova ricerca prosegue l’opera e permette di ricondurre con esattezza l’emissione alla sua fonte.

“Quando guardiamo alle emissioni dallo spazio, possiamo solo vedere come le emissioni totali di un’area dovrebbero essere aumentate o ridotte, ma non conosciamo la fonte responsabile di tali emissioni”, spiega Maasakkers, aggiungendo che in questo modo è riuscito a valutare quali fossero le discrepanze con l’assessment annuale prodotto dall’Epa.

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Le differenze maggiori con quanto riportato sono quelle relative all’industria degli idrocarburi. Sia il petrolio che il gas, dai pozzi alle infrastrutture di trasporto a quelle di raffinazione e export, producono rispettivamente il 90% e il 50% di emissioni di metano in più rispetto a quanto si legge nei documenti annuali dell’Epa.

Si tratta di una direzione di indagine su cui ha puntato molto anche lo stesso IPCC, il panel intergovernativo sui cambiamenti climatici dell’ONU. Man mano che migliorano le tecnologie di rilevazione satellitari, infatti, è possibile sostituire i vecchi metodi di calcolo che si basavano principalmente su calcoli cartacei, definiti a partire dalla quantità di energia consumata da persone e aziende.

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