Con 2,5 GtCO2eq di emissioni, i data center diventeranno il 4° inquinatore mondiale
Trainate da intelligenza artificiale e servizi basati sul cloud, le emissioni dei data center supereranno quota 2,5 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente (GtCO2eq) entro la fine del decennio. Queste infrastrutture stanno per diventare i massimi inquinatori mondiali, con una fetta del bilancio emissivo globale pari a quella di un paese come l’India.
La stima arriva da Morgan Stanley e prefigura una traiettoria totalmente insostenibile rispetto agli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), nel 2021 i data center globali pesavano per lo 0,9-1,3% della domanda finale di elettricità, un aumento del 60% rispetto ad appena 6 anni prima. Già rispetto a questi livelli emissivi, calcola l’Agenzia, per rientrare su una traiettoria net-zero sarebbe necessario dimezzare le emissioni entro il 2030.
Il ruolo di Big Tech
La maggior parte delle emissioni dei data center dipende da una manciata di grandi compagnie tecnologiche. Colossi come Google, Microsoft e Amazon, da soli, rappresentano già oggi il 60% di tutta la capacità globale di data center di grandi dimensioni (“hyperscale”), tipicamente con oltre 5.000 server. In termini assoluti, a inizio 2024 abbiamo superato la soglia dei 1.000 data center hyperscale, di cui poco più della metà concentrati negli Stati Uniti.
Quest’anno, Google ha annunciato che il suo bilancio emissivo è aumentato del 48% in 5 anni, principalmente a causa del boom di data center legati all’intelligenza artificiale. Solo nel 2023, i data center di Google hanno consumato 24 TWh di elettricità, circa il 10% di quella impiegata dai data center di tutto il mondo. Dal 2020 a oggi, anche le emissioni di Microsoft sono cresciute, del 30%, a causa dell’espansione dei data center.
Soluzioni per la decarbonizzazione
Nonostante il crescente consumo di energia, Big Tech resta generalmente fedele agli impegni di decarbonizzazione presi negli ultimi anni. Questo significa che si sta creando un potenziale mercato per soluzioni di decarbonizzazione dei data center molto ampio, sottolinea Morgan Stanley. Che prevede un aumento degli investimenti in energia pulita, tecnologie a risparmio energetico e materiali edili sostenibili. La necessità di abbattere le emissioni dei data center potrebbe dare nuova linfa anche alle tecnologie per la cattura e lo stoccaggio della CO2 (CCS) e alla cattura diretta dall’aria di CO2 (DAC).
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