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Emissioni CO2, l’Europa può ambire ad un -65% entro il 2030

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Target climatico 2030, alzare l’ambizione europea è possibile

(Rinnovabili.it) – La Commissione europea si prepara a rivedere al rialzo il suo obiettivo climatico 2030. Quest’autunno l’esecutivo dovrebbe metter mano al target del – 40% per le emissioni CO2 di fine del decennio (previsto dall’attuale normativa), alzando il taglio al 50 o al 55%. La percentuale finale è ancora da difinire, ma un nuovo studio – elaborato da Climat per conto della European Climate Foundation – spiega perché l’UE potrebbe aspirare a qualcosa in più. Il report, intitolato Increasing the EU’2 2030 emissions reduction target, rileva come l’UE-27 potrebbe ridurre le sue emissioni climalteranti del 55% o del 65% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. Obiettivi, sottolineano gli autori, raggiungibili persino escludendo interventi sull’uso del suolo, la silvicoltura e sul settore aereo e navale.

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Nel dettaglio il documento fornisce 3 percorsi di decarbonizzazione al 2030 che “giocano” su interventi tecnologici e/o sociali: lo scenario Technology-focused, quello Shared Effort e lo Scenario del 65%.

I tre scenari taglia emissioni

Scenario Technology-focused: il percorso punta ad un obiettivo del -55% emissioni CO2, attraverso la rapida diffusione di tecnologie già conosciute. “Con le giuste politiche e incentivi, è possibile ottenere una rapida e progressiva riduzione in tutti i settori per raggiungere l’obiettivo del 55%. È necessaria un’attenzione particolare da parte dei responsabili politici per consentire una transizione gestita della forza lavoro attraverso l’istruzione, la formazione e un’adeguata pianificazione”.

Scenario Shared Effort: in alternativa si potrebbe raggiungere il 55% attraverso una diffusione più moderata delle tecnologie, ma accompagnata da un miglioramento del nostro stile di vita. Un esempio? Diete più sane e riduzione degli spostamenti non necessari.

Scenario del 65%: La riduzione delle emissioni del 65% entro il 2030 sarebbe possibile sia grazie a una rapida diffusione delle tecnologie verdi che con il miglioramento dello stile di vita. I tagli di fine decennio potrebbero essere ottenuti con diversi livelli di impegno settoriale, nella produzione dell’energia e nell’impiego della tecnologia di cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS) per il settore industriale. Lo scenario sottolinea l’importanza di introdurre leve sociali che potrebbero portare a risultati veloci se i cittadini fossero disposti a fare i cambiamenti richiesti. Si basano in parte su scelte individuali in materia di trasporto, dieta e consumo di prodotti, ma richiedono anche che le nostre società siano organizzate diversamente, con chiare scelte in termini infrastrutturali.

Le misure da attuare per ridurre le emissioni CO2

In tutti e tre i casi, gli autori stimano che i tassi di diffusione dell’energia solare e eolica dovranno almeno raddoppiare o triplicare entro il 2030. Per la stessa deadline la domanda di gas dovrà essere almeno dimezzata (rispetto al livello del 2019) e dovrà essere ridotto al minimo qualsiasi investimento in nuove infrastrutture del gas.

I tassi di ristrutturazione degli edifici dovranno almeno raddoppiare o triplicare entro il 2030, e queste ristrutturazioni dovranno essere eseguite in modo molto più approfondito. Ciò richiederà innovazione per digitalizzare e industrializzare la ristrutturazione delle case su larga scala e a costi ragionevoli. Allo stesso tempo, la produzione di calore deve essere decarbonizzata sfruttando tutte le alternative in base alle circostanze locali, come le pompe di calore, il solare termico o il teleriscaldamento.

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Tutti gli scenari dimostrano chiaramente che l’industria dell’UE deve cogliere le opportunità dell’economia circolare per raggiungere le zero emissioni nette entro, al più tardi, il 2050.

Per ottenere una riduzione delle emissioni in linea con gli scenari analizzati, gli investimenti, la ricerca e lo sviluppo devono aumentare entro il 2030. La transizione è incoraggiata da centinaia di aziende che già fissano obiettivi scientifici per ridurre le loro emissioni dirette e indirette di gas serra, allineando così la loro strategia all’accordo di Parigi e al Green Deal dell’UE.

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