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Emissioni CO2 in Italia, nel 2021 gas serra in salita dello 0,3%

La stima dell'Ispra in base agli ultimi dati disponibili. E' la conseguenza della ripresa economica. Ma l'Istituto avverte: servono modifiche strutturali, tecnologiche e comportamentali per ridurre al minimo le emissioni nel medio e lungo periodo. Confermato disaccoppiamento con il Pil

emissioni co2 in italia
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di Tommaso Tetro

Pubblicati i dati preliminari sulle emissioni CO2 dell’Italia 2021

(Rinnovabili.it) – Nel 2021 per l’Italia è previsto un aumento dei gas serra, con un incremento delle emissioni dello 0,3%. Questo a fronte di una previsione in salita per il Pil dell’1,9%. La stima viene messa a punto dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) che – in base ai primi dati disponibili sull’andamento di quest’anno – riferisce come la causa dell’aumento delle emissione sia la “conseguenza della ripresa delle attività economiche”.

Per l’Ispra – che conferma “il disaccoppiamento tra emissioni e tendenza dell’indice economico” – questo “andamento conferma la necessità di modifiche strutturali, tecnologiche e comportamentali che riducano al minimo le emissioni di gas serra nel medio e lungo periodo”.

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Alla previsione si giunge grazie alla riduzione delle emissioni CO2 per la produzione di energia elettrica (meno 1,4%), all’incremento della produzione idroelettrica a fronte di un aumento della domanda di energia e alla riduzione dei consumi energetici nei trasporti (meno 0,9%); con un incremento delle emissioni negli altri settori, tipo l’industria (più 2,7%) e il riscaldamento (più 1,5%).

Insomma l’Italia – in base a questo scenario – farà meno bene del 2020, quanto il taglio delle emissioni di gas serra è stato del 9,8% rispetto al 2019, a fronte di una riduzione del Pil dell’8,9%. Anche se sull’analisi relativa al 2020 sulle minori emissioni pesano essenzialmente “le restrizioni alla mobilità  dovute al Covid-19”. Secondo l’ultima valutazione (completa) dell’Ispra nel 2019 le emissioni di gas serra sono diminuite del 19% rispetto al 1990 (il 2,4% rispetto al 2018), passando da 519 a 418 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Una diminuzione delle emissioni che – si spiega – è dovuta sostanzialmente alla crescita delle rinnovabili (idroelettrico e eolico), all’incremento dell’efficienza energetica e alla riduzione del carbone. Mentre i settori dedicati alla produzione di energia e dei trasporti sono responsabili di “circa la metà delle emissioni nazionali” di gas serra.