La teleconnessione atmosferica che disturba il clima globale e causa alluvioni e siccità in tutto il pianeta apparirà più di frequente già nei prossimi 20 anni, in tutti gli scenari emissivi
In tutti gli scenari considerati, El Niño si consolida nei prossimi 2 decenni
(Rinnovabili.it) – Gli effetti di El Niño si faranno sentire sempre più di frequente entro i prossimi due decenni, a prescindere da qualsiasi azione di mitigazione del cambiamento climatico sarà messa in campo. Sarà una trasformazione inevitabile, al pari dell’aumento del livello degli oceani e dello scioglimento dei ghiacciai. Lo rivela uno studio apparso sulla rivista Nature Climate Change.
El Niño è una teleconnessione atmosferica, cioè di una contemporanea variazione di pressione e temperatura nell’atmosfera e nell’oceano tale da presentare una correlazione statistica. Al riscaldamento delle correnti del Pacifico centro-orientale, sale la pressione atmosferica in quello centro-occidentale. Ha anche un corrispettivo freddo, La Niña, un fenomeno uguale ma con temperature di segno contrario. La loro alternanza dura da almeno 11.000 anni e dà vita al fenomeno noto come Oscillazione Meridionale – El Niño (ENSO).
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L’apparizione di El Niño influenza profondamente il clima a livello globale. In genere, quegli anni tendono a essere mediamente più caldi, amplificando il grado di riscaldamento globale. Un altro aspetto centrale è la modifica dei pattern delle precipitazioni, con l’innesco di periodi di siccità in alcune regioni e di stagioni delle piogge molto più abbondanti in altre regioni, con conseguenti inondazioni.
Lo studio si concentra sulla frequenza con cui El Niño “emerge” rispetto alla variabilità naturale del clima. Convenzionalmente, la soglia è fissata quando la temperatura superficiale della regione equatoriale dell’oceano Pacifico resta mezzo grado più calda della media per almeno 5 mesi. Questo segnale diventerà più frequente rispetto ai cicli attuali (3-8 anni) già entro il 2040 in tutti e 4 gli scenari di emissioni considerati dai ricercatori.
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Nel 2015 si verificò un fenomeno di El Niño tra i peggiori mai registrati, con un’anomalia termica di ben 2 gradi in appena 3 mesi. Al termine del suo passaggio, a metà 2016, aveva messo in ginocchio almeno 60 milioni di persone in tutto il mondo, con alluvioni in America Latina (Cile, Perù, Bolivia), siccità in Australia, Asia e Africa meridionale.