Il nuovo studio sugli ecosistemi forestali è pubblicato su Nature
(Rinnovabili.it) – Vent’anni di immagini satellitari dimostrano che la crisi climatica sta riducendo la resilienza di più di metà delle foreste del pianeta. Anche se il processo di degrado non avviene a tutte le latitudini, gli ecosistemi forestali più colpiti sono proprio i polmoni verdi della Terra: le foreste tropicali. Lo sostiene uno studio appena pubblicato su Nature.
Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli studi sulla capacità delle foreste di rispondere al clima che cambia. In genere, questi lavori si focalizzano su pochi fattori – soprattutto temperatura e umidità – per individuare un legame tra cambiamento climatico e impatto negativo sulle foreste. Il lavoro dell’equipe di ricercatori italiani, francesi e statunitensi, invece, usa un approccio differente e sistematico.
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“Integriamo gli indici di vegetazione satellitari con il machine learning per mostrare come la resilienza delle foreste, quantificata in termini di indicatori critici di rallentamento, sia cambiata nel periodo 2000-2020”, scrivono. Resilienza degli ecosistemi forestali che viene definita come “capacità di resistere e riprendersi dalle perturbazioni naturali e antropiche”, come ad esempio inondazioni, parassiti, periodi di siccità o inquinamento.
Il risultato evidenzia delle tendenze molto differenziate da regione a regione. Le foreste tropicali e quelle delle zone più aride “stanno subendo un calo significativo della resilienza, probabilmente legato alle maggiori limitazioni idriche e alla variabilità del clima”. Al contrario, le foreste dell’emisfero boreale a latitudini maggiori hanno generalmente un trend inverso, ovvero stanno beneficiando dell’aumento delle temperature e della CO2 in atmosfera, anche se ci sono differenze marcate a livello locale.
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In ogni caso, “circa il 23% delle foreste intatte e indisturbate ha già raggiunto una soglia critica e sta subendo un ulteriore degrado della resilienza”, nota lo studio. I fattori principali dietro la perdita di resilienza sono l’aumento della temperatura media e la riduzione della disponibilità idrica.