Narrazioni fuorvianti, false, non aderenti alla scienza del clima. Messaggi contro la transizione mascherati da analisi oggettive. Affermazioni che fanno leva sulle preoccupazioni e la paura del futuro per restare saldamente ancorate a un passato fossile. C’è questo e molto altro nel manuale della disinformazione alla Cop29 sul clima. Un “manuale” che viene analizzato dall’ultimo rapporto di InfluenceMap, rilasciato oggi, durante i primi giorni di negoziati alla conferenza sul clima Cop29 in Azerbaijan.
Combattere contro la transizione dalle fossili
L’obiettivo della disinformazione alla Cop29 sul clima è uno solo: rallentare e possibilmente fermare la transizione dalle fossili decisa l’anno scorso alla Cop28 di Dubai.
Chi crea e fa circolare queste narrazioni? Le principali aziende e associazioni industriali nella filiera dei combustibili fossili. Che si sono attivate con messaggi semplici e molto simili tra loro già all’indomani del Patto di Dubai di novembre 2023.
Negli ultimi 12 mesi, InfluenceMap ha registrato oltre 2.400 casi di narrazioni anti-transizione promosse da oltre 100 aziende di combustibili fossili e associazioni industriali. E sono queste ultime le più agguerrite. Tutte, comunque, mandano delegati alle Cop. Sia apertamente sia infiltrandoli tra le delegazioni nazionali.
D’altro canto, la presidenza azera della Cop29 non è certo ostile alla loro presenza e al lavoro dietro le quinte delle compagnie fossili. Il presidente azero Aliyev, aprendo la conferenza sul clima di Baku, ha definito il petrolio un “dono di Dio”. Mentre il presidente della Cop, ha svelato la BBC di recente, ha usato ripetutamente il suo ruolo per siglare numerosi contratti per l’estrazione di fossili nell’ultimo anno.
Le tre narrazioni della disinformazione alla Cop29 sul clima
L’analisi del think tank riconduce le tante narrazioni a tre grandi gruppi di messaggi:
- “Solution Skepticism”, scetticismo verso le soluzioni per la transizione. Questa narrazione minimizza la fattibilità di passare a fonti energetiche alternative ai combustibili fossili e gli impatti negativi associati all’uso di combustibili fossili.
- “Policy Neutrality”, cioè il mantra della neutralità tecnologica. Richiede una politica neutrale dal punto di vista tecnologico e non supporta l’intervento del governo, preferendo invece soluzioni basate sul mercato, sottolineando al contempo la necessità di proteggere la scelta del consumatore.
- “Affordability and Energy Security”, cioè la paura dell’incertezza a servizio delle fossili. Sottolinea le preoccupazioni economiche di allontanarsi dai combustibili fossili, ponendo al contempo i combustibili fossili al centro sia della sicurezza energetica che dell’accessibilità economica dell’energia.
Ognuna di queste narrazioni, spiega InfluenceMap, non è allineata con i percorsi di transizione compatibili con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e descritti dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC).
Scetticismo verso le soluzioni
Lo scetticismo verso le soluzioni include argomenti che descrivono i combustibili fossili, in particolare il gas, come “puliti” o “a basso tenore di carbonio”, o che sottolineano le emissioni generate dalle alternative rinnovabili. Dalla rete gas hydrogen-ready all’LCOE del fotovoltaico, per intenderci. La narrazione include anche affermazioni che mettono in dubbio la fattibilità di un sistema energetico dominato dalle energie rinnovabili.
Neutralità tecnologica
La neutralità tecnologica punta a inserire tecnologie dipendenti dai combustibili fossili in politiche e discussioni che miravano specificamente a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.
Come funziona? Si suggerisce una tecnologia legata alle fossili come essenziale per la transizione, quindi si riapre il dibattito sul miglior percorso tecnologico per la mitigazione del clima. Così si sminuisce l’importanza della riduzione dei combustibili fossili. Riduzione che dovrebbe avvenire in modo “tecnologicamente neutrale”.
Costi dell’energia
Questi argomenti sostengono che una transizione dai combustibili fossili minaccia la sicurezza energetica, l’accessibilità economica, la stabilità economica o i posti di lavoro. Allo stesso tempo, evidenzia i benefici economici associati allo sviluppo e all’uso dei combustibili fossili.
Si tratta, a grandi linee, della narrazione più usata da una figura come Donald Trump e dal suo candidato alla guida dell’EPA, Lee Zeldin. Ma non solo. Rientrano in questa categoria le narrazioni che suggeriscono che le auto elettriche renderanno tutti più poveri, energeticamente insicuri.
FAQ
- Cos’è la disinformazione alla Cop29 sul clima? La disinformazione alla Cop29 sul clima riguarda messaggi fuorvianti e manipolativi utilizzati dalle industrie fossili per rallentare la transizione energetica e contrastare le politiche climatiche, come quelle decise alla Cop28 di Dubai.
- Chi promuove la disinformazione sul clima alla Cop29? Le principali aziende e associazioni dell’industria dei combustibili fossili sono le maggiori promotrici di queste narrazioni, cercando di influenzare le politiche climatiche a loro favore.
- Quali sono le principali narrazioni di disinformazione alla Cop29? Le narrazioni principali sono: 1) scetticismo verso le soluzioni energetiche alternative, 2) neutralità tecnologica, e 3) l’incertezza riguardo i costi dell’energia e la sicurezza energetica.
- Come influisce la disinformazione sulla transizione energetica? La disinformazione ostacola l’adozione di politiche climatiche efficaci, minimizzando le soluzioni rinnovabili, promuovendo tecnologie fossili come necessarie e sollevando timori infondati su costi e sicurezza energetica.
- Perché è importante combattere la disinformazione alla Cop29? Combattere la disinformazione è cruciale per garantire che le politiche climatiche globali siano basate su scienza e fatti concreti, evitando che gli interessi delle industrie fossili rallentino la transizione verso un futuro sostenibile.