Rinnovabili • Disastri climatici: Onu, andiamo verso una “spirale di autodistruzione”

Onu: stiamo sottovalutando il vero impatto dei disastri climatici

Negli ultimi 20 anni, gli eventi climatici estremi sono aumentati di 5 volte rispetto ai tre decenni precedenti. La frequenza continuerà a crescere. Ma gli Stati non sono preparati a questo scenario. Soprattutto quelli in via di sviluppo, che perdono quasi l’1% di pil ogni anno già oggi a causa dei disastri climatici

Disastri climatici: Onu, andiamo verso una “spirale di autodistruzione”
Foto di David Mark da Pixabay

Nel 2030 ci saranno 1,5 disastri climatici al giorno

(Rinnovabili.it) – L’umanità si sta avvitando in una “spirale di autodistruzione”, perché continua ad aumentare il riscaldamento globale e ignora i rischi che ne derivano. Ma entro il 2030 i disastri climatici saranno 1,5 al giorno, ovvero 560 l’anno in tutto il mondo. Numeri in continua crescita. Dal 2000 a oggi ci sono stati in media 350-500 eventi di impatto medio e grande. Cinque volte di più di quelli registrati nei 30 anni precedenti.

Il campanello d’allarme lo suona l’Undrr, l’agenzia delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio dei disastri naturali e climatici. Nel report biennale pubblicato oggi avverte di una combinazione deleteria tra aumento degli eventi a forte impatto e inazione da parte dei governi. Questi ultimi stanno “fondamentalmente” sottovalutando il vero impatto dei disastri climatici su vite e mezzi di sussistenza.

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Il motivo? Secondo l’Undrr, può essere attribuito a una “percezione errata del rischio basata su ottimismo, sottovalutazione e senso di invincibilità”. Eppure già oggi la conta dei danni e il numero di regioni coinvolte parlano chiaro. I disastri climatici hanno poi un impatto sproporzionato sui paesi in via di sviluppo, già più fragili sotto tanti punti di vista. Questi perdono in media l’1% del pil ogni anno a causa di eventi climatici estremi. Una percentuale anche 10 volte maggiore a quella dei paesi più sviluppati (0,1-0,3%). La regione più colpita è l’Asia-Pacifico, dove il dato sale all’1,6% annuo.

Fattore di moltiplicazione del danno è la tendenza, nei paesi in via di sviluppo, ad avere pochi beni assicurati. Solo il 40% delle perdite legate ai disastri climatici dal 1980 sono state assicurate, spiega il rapporto dell’Undrr.

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“Dare l’allarme dicendo la verità non è solo necessario ma cruciale”, ha affermato il capo dell’Undrr, Mami Mizutori. “La scienza è chiara. È meno costoso agire prima che un disastro causi devastazione piuttosto che aspettare la distruzione e rispondere dopo che è avvenuta”.