L’Italia è il 3° paese europeo più colpito dai disastri climatici
(Rinnovabili.it) – Negli ultimi 40 anni, i disastri climatici in Italia hanno provocato più di 20.000 morti e oltre 90 miliardi di euro di danni, di cui soltanto 5 su beni assicurati. Il Belpaese è il 3° più martoriato da eventi meteorologici e climatici estremi in Europa, subito dietro Germania e Francia. Lo rivela un rapporto dell’EEA, l’Agenzia europea per l’ambiente, pubblicato oggi.
Ma è tutto il continente ad essere esposto a questo genere di rischi. I dati totali parlano chiaro. Tra il 1980 e il 2020, l’Europa ha subito danni per 450-520 miliardi di euro. I decessi stimati sono compresi in una forchetta tra 85.000 e 145.000, a seconda della fonte utilizzata (NatCatSERVICE o CATDAT). Questo significa che circa 1/5 dell’impatto dei disastri climatici investe direttamente l’Italia. Un impatto chiaramente sproporzionato rispetto alla superficie e alla popolazione italiane.
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L’EEA classifica i danni in tre gruppi di eventi estremi legati al meteo e al clima: eventi meteorologici (ad esempio tempeste), eventi idrologici (come le inondazioni) ed eventi climatologici (ondate di calore, ondate di freddo, siccità). La categoria più letale di disastri climatici, a livello europeo, resta quella delle ondate di calore. “La maggior parte dei decessi (più dell’85%) nel periodo 1981-2020 sono stati una conseguenza delle ondate di calore”, si legge nel rapporto. “L’ondata di calore del 2003 ha causato il maggior numero di vittime, rappresentando tra il 50% e il 75% di tutte le vittime di eventi legati al clima e al tempo negli ultimi quattro decenni”.
I disastri climatici più dannosi restano invece gli eventi idrologici, che pesano per ben il 44% del totale. Seguiti dalla categoria degli eventi meteorologici con il 34%, quindi dalle ondate di calore (14%) e da altri eventi climatologici (8%).
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Tutti numeri altissimi, che potrebbero essere mitigati da una robusta azione di contrasto al cambiamento climatico. Mitigati quanto? A questa domanda risponde uno studio del JRC, il centro di ricerca comune dell’Unione Europea. “Le misure climatiche in linea con uno scenario di aumento della temperatura di 1,5°C invece che di 3°C potrebbero prevenire fino a 60.000 morti all’anno causati dalle ondate di calore ed evitare perdite da siccità di 20 miliardi di euro all’anno entro la fine di questo secolo”, riporta il dossier dell’EEA. “I danni da inondazioni fluviali potrebbero essere dimezzati, a circa 24 miliardi di euro all’anno, e le perdite economiche da inondazioni costiere potrebbero essere ridotte di oltre 100 miliardi di euro all’anno entro il 2100”.