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Anche le assicurazioni sono impreparate ai disastri climatici

Uno studio di Capgemini e Emsa scatta un’istantanea di come le compagnie assicurative si preparano a un mondo dove l’impatto degli eventi estremi è sempre più intenso e frequente

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Scie di fumo causato da grandi incendi in Australia riprese da immagini satellitari. Via depositphotos.com

I disastri climatici sono aumentati del 360% in 30 anni

(Rinnovabili.it) – Anche se l’impatto dei disastri climatici continua a crescere anno dopo anno e tutte le proiezioni indicano che molti eventi estremi saranno più frequenti e intensi, solo l’8% delle compagnie di assicurazione si sta preparando in modo adeguato agli scenari futuri. È il messaggio al cuore del rapporto World Property and Casualty Insurance Report 2022 preparato da Capgemini e Emsa.

Dal 1990 a oggi le perdite economiche globali dovute a disastri climatici sono lievitate del 250%. E in parallelo è cresciuta anche la curva delle perdite di beni assicurati (cresciuta di 3,6 volte), più ripida rispetto a quella dei beni non coperti da alcuna polizza (le cui perdite sono comunque raddoppiate in 30 anni).

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In parte, il comparto delle assicurazioni si è fatto cogliere impreparato. Perché i disastri climatici nei decenni passati erano tipicamente legati a pochi eventi specifici e concentrati in regioni precise. Come la stagione degli uragani atlantici e i danni causati alla costa orientale degli Stati Uniti. Ma negli ultimi anni danni estesi sono provocati anche da maxi incendi nell’ovest americano e canadese, o da roghi e alluvioni in Australia, o ancora da inondazioni in Europa. L’alluvione che ha colpito soprattutto la Germania lo scorso luglio è uno dei disastri climatici più costosi di sempre.

Ciò nonostante, la maggior parte degli assicuratori (il 53%) ha solo conoscenze sul climate change, ma non adotta alcuna misura per far fronte alle sue conseguenze. Il 19% invece fa qualcosa, mentre 21 assicuratori su 100 mettono in campo un ventaglio di provvedimenti più ampio. Ad esempio, il 30% degli assicuratori limita gli investimenti nelle compagnie non sostenibili, mentre più del 20% limita le coperture assicurative a tali aziende. Solo l’8%, però, segue linee guida adeguate agli scenari climatici più probabili. Anche se già 3 assicuratori su 4 riportano che già oggi è difficile assicurare dei beni in alcune zone, quelle più soggette ai disastri climatici.

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