Nel primo semestre ’22, i danni da disastri climatici toccano quota 65 mld $
(Rinnovabili.it) – Munich Re ha pubblicato il report sui disastri climatici e naturali per la prima metà del 2022: dal rapporto si evince un aumento complessivo delle catastrofi, dei costi e del numero di morti. Le perdite complessive della prima metà di quest’anno equivalgono a 65 miliardi di dollari; poco più della metà erano assicurati. Le cifre più alte riguardano gli Stati Uniti, ma le precipitazione estreme di più giorni e le inondazioni hanno messo in ginocchio l’Australia, il cui settore assicurativo ha perso almeno 3,7 miliardi di dollari. La siccità, le ondate di calore e gli incendi sono aumentati in tutto il mondo, a luglio in particolare l’Europa meridionale è stata nella morsa del caldo estremo.
Le catastrofi naturali – compresi i disastri climatici – hanno provocato 4.300 morti nel 2022, anche questo dato è in aumento rispetto agli anni precedenti.
Ernst Rauch del Munich Re ha commentato il semestre appena passato: “Possono essere eventi individuali con cause diverse, ma nel loro insieme, una cosa sta diventando estremamente chiara: la potente influenza del cambiamento climatico sta diventando sempre più evidente! E le conseguenze per le persone in tutto il mondo stanno diventando sempre più palpabili. L’IPCC ha fatto una diagnosi ancora più chiara, affermando che i disastri legati al tempo come le ondate di calore, le piogge torrenziali o la siccità su una Terra più calda aumenteranno sia in frequenza che in intensità. Le ondate di calore tendono a durare più a lungo e portare temperature più estreme. Questo sarà diverso da regione a regione – in Europa sarà il sud ad essere colpito più duramente.”
Assicurare le perdite per i disastri climatici
Il dato delle perdite dovute a catastrofi naturali registra una lieve diminuzione complessiva nella prima parte del 2022: eventi estremi, inondazioni ma anche terremoti e altre catastrofi naturali hanno comportato perdite per 65 miliardi di dollari a fronte dei 105 miliardi del 2021. In molti casi si tratta di perdite assicurate, che complessivamente sono state di 34 miliardi di dollari e hanno riguardato soprattutto gli Stati Uniti.
Torsten Jeworrek, membro del CDA di Munich RE, ha ribadito la necessità per le compagnie assicurative di prepararsi alla nuova normalità: “Il quadro delle catastrofi naturali per la prima metà del 2022 è dominato da catastrofi legate alle condizioni meteorologiche. I tornado estremi negli Stati Uniti hanno causato miliardi di danni, parti della costa orientale dell’Australia sono state sommerse dalle inondazioni e l’Europa meridionale ha lottato con il caldo estremo, gli incendi e la siccità. Il rapporto dell’IPCC pubblicato di recente ha messo in guardia dalla necessità per gli assicuratori di adattare i loro modelli di perdita per valutare adeguatamente il cambiamento del rischio. La prevenzione delle perdite è una componente fondamentale per mitigare gli effetti economici del cambiamento climatico. È quindi estremamente preoccupante che la penetrazione assicurativa nei paesi in via di sviluppo ed emergenti stia ristagnando ben al di sotto del 10 per cento, e che anche nei paesi industrializzati vi sia molto margine di miglioramento”.
Disastri climatici e naturali nel mondo
Il disastro più costoso in termini di perdite assicurative sono state le precipitazioni estreme e le inondazioni che hanno funestato l’Australia meridionale tra la fine dell’estate e la fine dell’autunno australe: le perdite ammontano a 6,6 miliardi di dollari, di cui 3,7 assicurati. L’ultima settimana del febbraio australiano è stata la più umida dal 1900 e in alcune aree il picco delle inondazioni ha battuto tutti i record dal 1893.
La regione Asia-Pacifico ha già perso, nel 2022, 22 miliardi di dollari, di cui solo 8 assicurati.
La metà delle perdite complessive dovute alla catastrofi naturali è concentrata negli Stati Uniti: 28 miliardi di dollari. Gli USA detengono anche il record di perdite assicurate che, giungendo a quota 19 miliardi di dollari, arriva a quasi due terzi di quelle complessive. Qui insistono soprattutto disastri climatici, con ondate di forti temporali, che generano uragani: solo questi eventi hanno causato 22 miliardi di dollari di perdite (17 miliardi erano assicurati).
Caldo, incendi e siccità: l’Europa nella morsa degli eventi climatici estremi
L’inizio dell’estate ha segnato per l’Europa, soprattutto a Sud, l’arrivo di ondate di calore lunghe e frequenti che stanno mettendo in ginocchio il Vecchio Continente. Italia, Spagna e Portogallo sono i paesi maggiormente esposti a scarsità d’acqua e incendi.
La quantificazione delle perdite, in questo caso, è più complessa perché spesso si misurano in prospettiva, soprattutto per quanto riguarda quelle dovute al calore e alla siccità: le perdite del settore industriale dovute per esempio alla mancanza di acqua di raffreddamento emergono col tempo. Quello che però è possibile misurare sono disastri come il crollo della Marmolada, il ghiacciaio sulla montagna più alta delle Dolomiti che non ha resistito alle temperature roventi di giugno e luglio, provocando 11 vittime.
L’aumento delle temperature dovuto ai cambiamenti climatici sta colpendo diverse aree d’Europa, superando già di gran lunga il +1,5C°, ma il problema non è solo il caldo: in molti Paesi infatti ci sono stati ingenti perdite legate a disastri climatici avvenuti durante l’inverno, come le tempeste di febbraio che hanno funestato il nord\nord-est generando uragani. Le perdite complessive per questi fenomeni, che hanno riguardato soprattutto Irlanda, Inghilterra, Belgio, Paesi Bassi, Germania del Nord e costa baltica, ammontano a 5,2 miliardi di dollari.