I modelli climatici finora hanno ritenuto improbabile un collasso generalizzato dell’ecosistema amazzonico una volta oltrepassata la soglia critica. Ma la maggior parte dei modelli prevede un deperimento fatto di eventi localizzati, che finora la scienza del clima ha ignorato
Tipping point climatici e deperimento dell’Amazzonia, Exeter corregge l’Ipcc
(Rinnovabili.it) – I modelli climatici più usati non lo prevedono. Anche l’ultimo rapporto dell’Ipcc lo ritiene poco probabile. Benché lo indichi tra i tipping point climatici più gravidi di conseguenze per il Pianeta. Eppure, il collasso dell’Amazzonia è una possibilità reale – a patto di intendersi su cosa significa “collasso”. È il risultato a cui arriva uno studio dell’università di Exeter, il primo a corroborare l’ipotesi che il deperimento dell’Amazzonia può accadere su larga scala una volta superato il punto di non ritorno.
Accadrà, ma non come ce lo siamo immaginati fino ad ora. Lo studio pubblicato su Earth System Dynamics spiega che l’opzione di un collasso completo dell’ecosistema amazzonico è fuori discussione: i modelli climatici non lo prevedono. Anche una volta superata la soglia critica, misurata come valori medi per l’intera regione, l’Amazzonia non andrà incontro a uno sfaldamento complessivo. Fin qui, gli scienziati di Exeter sono d’accordo con il Panel intergovernativo sul cambiamento climatico.
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Quello che l’Ipcc sottovaluta, spiegano dall’università inglese, è la possibilità di un deperimento dell’Amazzonia “a macchia di leopardo”. Il deperimento (dieback) avverrà ma saranno eventi localizzati, non un unico sviluppo diffuso sull’intera regione. Anche questi episodi locali avranno un impatto molto profondo sulle comunità locali e sull’ecosistema.
“Anche se vediamo pochi cambiamenti nel carbonio delle foreste in tutta l’Amazzonia, cinque dei sette modelli che abbiamo studiato mostrano eventi localizzati di brusco deperimento in caso di riscaldamento globale”, spiega Isobel Parry, prima firma dello studio. Secondo le nuove stime, per ogni grado di temperatura oltre gli 1,5°C, “fino al 12% dell’Amazzonia settentrionale subirà una brusca riduzione del carbonio della vegetazione”.
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Un ruolo nel futuro deperimento dell’Amazzonia a scala locale lo gioca la mancanza di acqua. Molti dei cambiamenti improvvisi e drastici nel bilancio di carbonio della foresta tropicale, infatti, sono preceduti da un aumento dell’ampiezza del ciclo stagionale della temperatura, “il che è coerente con stagioni secche più estreme”, spiegano da Exeter.
E dai dati disponibili, appare chiaro che “l’Amazzonia si è costantemente inaridita per più di cento anni. I modelli del sistema terrestre prevedono che l’inaridimento continuerà anche in futuro, in presenza di un riscaldamento globale, e questo ci dà ulteriori motivi di preoccupazione per il deperimento delle foreste pluviali in Amazzonia dovuto al clima”, conclude Paul Ritchie, coautore dello studio.