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Il Pianeta non si salva con “30 anni di bla bla bla”, il ritorno di Greta per il clima

La giovane attivista svedese torna con un messaggio al World economic forum a Davos e chiede un’azione urgente per affrontare la crisi ecologica. “Mi chiamo Greta Thunberg e non sono qui per fare affari. Sono qui solo per ricordarvi ancora una volta l’emergenza in cui ci troviamo”

Credits: World Economic Forum – (CC BY-NC-SA 2.0)

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – “Vi ricordo che c’è un Pianeta da salvare”. Secca l’osservazione della giovane attivista svedese Greta Thunberg con un messaggio al World economic forum a Davos torna a chiedere un’azione urgente per affrontare la crisi climatica ed ecologica dopo 30 anni di “bla bla bla”.

“Mi chiamo Greta Thunberg e non sono qui per fare affari – inizia a parlare – non appartengo a nessun interesse finanziario o partito politico. Quindi non posso contrattare o negoziare. Sono qui solo per ricordarvi ancora una volta l’emergenza in cui ci troviamo. La crisi che voi e i vostri predecessori avete creato e inflitto a noi. La crisi che continuate a ignorare. Il mondo deve costruire nuovi sistemi per salvare il clima”.

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Usa la memoria, non troppo lontana a essere sinceri: “Sono qui per ricordarvi le promesse che avete fatto ai vostri figli e nipoti. E per dirvi che non siamo disposti a scendere a compromessi sui livelli minimi di sicurezza che ancora rimangono”. Fa presente che la crisi ecologica purtroppo “non può più essere risolta secondo i sistemi odierni: “Dobbiamo tenerlo presente mentre i Paesi, le imprese e gli investitori si affrettano a presentare i loro nuovi cosiddetti obiettivi e impegni climatici ‘ambiziosi’. Più a lungo evitiamo questa scomoda verità e più a lungo fingiamo di poter risolvere la questione climatica e l’emergenza ecologica senza trattarla come una crisi, più tempo prezioso perderemo”. Si tratta, spiega Greta, di “tempo che non abbiamo”.

Oggi leader di tutto il mondo parlano di come sia necessario intraprendere “un’azione immediata, hanno fissato obiettivi vaghi, insufficienti e ipotetici per il futuro”, come la neutralità delle emissioni al 2050. Ma per la giovane che ha ispirato gli scioperi globali sul clima in tutto il mondo sono “obiettivi basati su scappatoie e numeri incompleti. Obiettivi che in sostanza sono una resa. E’ come svegliarsi nel cuore della notte, vedere la tua casa in fiamme, poi decidere di aspettare 10, 20 o 30 anni prima di chiamare i vigili del fuoco mentre si condanna come un folle chi cerca di svegliare le persone”.

“Comprendiamo che il mondo è molto complesso e che il cambiamento non avviene da oggi a domani – osserva – ma veniamo da oltre tre decenni di ‘bla bla bla’. Di quanti altri anni i politici hanno bisogno per capire? Perché quando si tratta di affrontare l’emergenza climatica e ecologica, il mondo è ancora in uno stato di completo diniego. Anche se accogliamo con favore ogni singola iniziativa sul clima, le proposte presentate sono ben lungi dall’essere sufficienti. Il tempo dei ‘piccoli passi nella giusta direzione’ è ormai passato. Se vogliamo avere almeno una piccola possibilità di evitare le peggiori conseguenze della crisi climatica ed ecologica, questo deve cambiare”.

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Greta poi si rivolge ai politici, e in modo chiaro dice: “Non riuscite a collegare i puntini. Se gli impegni di ridurre le nostre emissioni del 55% entro il 2030 significassero effettivamente che si mira ad avere quei risultati allora sarebbe un ottimo inizio. Ma sfortunatamente non è così. E poiché il livello di consapevolezza del pubblico continua ad essere così basso, i nostri leader possono ancora farla franca. Allo stato attuale a meno che non trattiamo la crisi climatica ed ecologica come una crisi, non si otterranno cambiamenti sufficienti”.