Solo per il caldo eccessivo, la crisi climatica causa 23 mln di infortuni sul lavoro l’anno
Più del 70% della forza lavoro mondiale – almeno 2,4 miliardi di lavoratori – sarà esposto a condizioni di stress termico eccessivo durante la sua carriera. Era il 65% nel 2000. Ma crescono anche i pericoli legati alle radiazioni ultraviolette e agli eventi climatici estremi, all’inquinamento dell’aria e all’esposizione a sostanze chimiche sul luogo di lavoro, e alle malattie infettive che si diffondono più facilmente. L’impatto della crisi climatica sul lavoro mette a rischio la salute, con effetti che possono andare dal cancro alle malattie cardiovascolari, passando per malattie respiratorie, disfunzioni renali e condizioni peggiori di salute mentale.
Crisi climatica e lavoro, l’impatto è “sconcertante”
Un numero “sconcertante” di persone, quelle per cui la crisi climatica renderà il posto di lavoro più insicuro per le ricadute sulla salute. Lo afferma un rapporto dell’ILO, l’Organizzazione internazionale del Lavoro, rilasciato il 22 aprile, che spiega come l’aumento di questi rischi non sia compensato dal miglioramento delle contromisure per proteggere adeguatamente chi lavora.
Le stime dell’ILO non riguardano solo il futuro. L’impatto della crisi climatica sul lavoro è già pesante oggi. Secondo l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite, ogni anno a causa del caldo eccessivo sul lavoro si contano 18.970 decessi e 2,09 milioni di anni di vita (causa disabilità) persi, tutti conseguenza dei quasi 23 milioni di infortuni sul lavoro collegati alle temperature troppo elevate. E altri 26,2 milioni di persone in tutto il mondo vivono con malattie renali croniche legate allo stress da calore sul posto di lavoro.
Il caldo è il rischio più impattante, ma non l’unico. Il rapporto dell’ILO mette in guardia: stiamo andando verso un “cocktail di pericoli” sempre più pesante. Che già oggi ha numeri altissimi. Sono 1,6 miliardi di lavoratori esposti alle radiazioni ultraviolette eccessive, a cui si legano direttamente oltre 18.960 decessi l’anno per tumori della pelle sviluppati a causa delle condizioni di lavoro. Lo stesso numero di persone, 1,6 miliardi, sono esposte all’inquinamento atmosferico sul posto di lavoro. I decessi relativi, tra i lavoratori all’aperto, arrivano a 860.000 l’anno.
A questi dati si aggiungono gli oltre 870 milioni di lavoratori agricoli che sono esposti a dosi massicce di pesticidi, il cui avvelenamento è direttamente responsabile di 300.000 morti l’anno. Mentre sono 15.000 i decessi dovuti all’esposizione a malattie parassitarie e trasmesse da vettori che stanno ampliando il loro areale grazie al riscaldamento globale.
“È chiaro che il cambiamento climatico sta già creando ulteriori rischi significativi per la salute dei lavoratori”, commenta Manal Azzi dell’ILO. “È essenziale prestare attenzione a questi avvertimenti. Le considerazioni sulla sicurezza e la salute sul lavoro devono diventare parte delle nostre risposte al cambiamento climatico, sia nelle politiche che nelle azioni”.