Cosa dice il capitolo inedito del rapporto IPCC sulle nostre abitudini di consumo?
(Rinnovabili.it) – Finora i governi hanno affrontato la crisi climatica con due tipi di strategie. Da un lato tagliare le emissioni, in alcuni casi fissando una data entro la quale diventare carbon neutral. Dall’altro lato, accelerare la ricerca su soluzioni tecnologiche al riscaldamento globale, dai sistemi per la cattura e il sequestro della CO2 all’innovazione nel campo dell’intelligenza artificiale per fare solo due esempi. Una terza via c’è, è piuttosto efficace ma viene tralasciata spesso e volentieri: cambiare radicalmente alcuni aspetti delle nostre abitudini di consumo.
A sostenerlo non è qualche organizzazione ecologista che sposa posizioni radicali. È la conclusione a cui arrivano i capitoli del nuovo rapporto IPCC sul cambiamento climatico che devono ancora essere pubblicati, quelli che si concentrano sul peso degli stili di vita nella crisi climatica.
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Secondo le anticipazioni sul rapporto filtrate alla stampa, gli autori sostengono che alcune modifiche del nostro modo di consumare, mangiare, abitare e viaggiare potrebbero dare una mano considerevole nella lotta contro il cambiamento climatico. Cosa, nello specifico? Mangiare carne, usare l’aria condizionata, spostarsi in aereo e in Suv. Scelte di vita “high carbon”.
L’IPCC rileva che “il cambiamento comportamentale individuale da soli non può ridurre significativamente le emissioni”, ma “gli individui possono contribuire a superare le barriere e consentire la mitigazione dei cambiamenti climatici”. Come? “Se il 10-30% della popolazione dimostrasse impegno per tecnologie, comportamenti e stili di vita a basse emissioni di carbonio, verrebbero stabilite nuove norme sociali“, si legge nella bozza del documento, riporta il sito Climate Change News.
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Non si tratta di smettere del tutto, ma di modulare al ribasso le nostre abitudini più inquinanti. Tra le opzioni considerate, il rapporto cita “le regolazioni dei livelli di riscaldamento e raffreddamento, l’uso ridotto degli elettrodomestici, il passaggio alla mobilità e al trasporto pubblico incentrati sull’uomo, la riduzione dei viaggi aerei e il miglioramento del riciclo”. Tutti insieme, possono tagliare di altre 2 gigatonnellate di CO2 equivalente entro il 2030 il nostro bilancio di carbonio globale, e di altre 3 GtCO2eq al 2050, rispetto ai vantaggi che deriverebbero dall’affidarsi soltanto a soluzioni di tipo tecnologico.