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Passo falso all’Onu: la crisi climatica “non c’entra nulla con sicurezza e conflitti”

La Russia ha messo il veto a una risoluzione del Consiglio di sicurezza che riconosceva il cambiamento climatico come una minaccia per la pace internazionale e chiedeva di integrare questa dimensione negli orientamenti strategici dell’organo

crisi climatica
Foto di Mark Scanland da Pixabay

Contraria anche l’India, la Cina si astiene

(Rinnovabili.it) – Per l’Onu, la crisi climatica non è una minaccia per la sicurezza e la pace internazionale. E quando c’è da gestire una situazione di conflitto non bisogna tener conto del cambiamento climatico, delle sue cause e dei suoi effetti sull’ambiente e sulle società umane. È fallito il tentativo di Irlanda e Niger di far approvare dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite una risoluzione che mettesse il climate change al centro delle attenzioni del Palazzo di Vetro. Il veto della Russia, insieme al voto contrario dell’India e alle perplessità della Cina (che si è astenuta) hanno affossato la proposta.

Solo pochi giorni fa il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, aveva definito la crisi climatica come un “fattore che aggrava il terrorismo”, perché permette ai gruppi estremisti di manipolare l’accesso alle risorse (sempre più scarse), acquisire legittimità agli occhi delle popolazioni e sostituirsi agli Stati. Innumerevoli volte durante il suo mandato, il diplomatico portoghese ha poi avvertito che la crisi climatica in molte regioni rischia di esacerbare le fragilità presenti e quindi di acuire tensioni e conflitti latenti.

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Posizioni che con Guterres sono arrivate finalmente ai vertici Onu. La risoluzione bocciata ieri a New York avrebbe fatto un passo ulteriore: legava clima e conflitti in modo stretto, e soprattutto chiedeva che la crisi climatica diventasse un fattore centrale nella strategia onusiana di prevenzione dei conflitti. Tradotto: l’attivazione di missioni di peacekeeping, la scelta di imporre sanzioni, e future risoluzioni del Consiglio di sicurezza avrebbero potuto fare perno sul cambiamento climatico e i suoi impatti.

La Russia ha motivato il suo no con l’idea che non bisognerebbe rendere politica una questione che, per Mosca, è squisitamente economica e sociale. Anche Nuova Delhi è d’accordo con i russi sull’idea che inserire la crisi climatica al centro degli sforzi Onu porterebbe a più divisioni nella comunità internazionale. Insieme con Pechino, questo fronte crede che legare conflitti e clima – quindi renderlo uno dei temi cardine dell’azione del Consiglio di sicurezza – sia inappropriato perché in sede Onu esiste già un organo deputato a occuparsi della crisi climatica, ovvero l’Unfccc. Che però non approva risoluzioni né sanzioni.

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