Il 46% dei ragazzi sotto i 34 anni è certo dell’impatto negativo della crisi climatica
(Rinnovabili.it) – Sì, la crisi climatica è vera. Ma non è poi un problema così urgente. E non ci toccherà personalmente, da vicino, per i prossimi 15 anni. La pensiamo così noi europei (ma anche gli americani), come rivela un sondaggio di d|part e di Open Society European Policy Institute. Il rapporto fa il punto sulla percezione dei problemi legati al clima, dell’impatto del cambiamento climatico e delle sue cause. Sondando 7 paesi UE Italia inclusa (gli altri sono Germania, Francia, Spagna, Svezia,Polonia e Repubblica Ceca), la Gran Bretagna e gli Stati Uniti.
La fotografia che ne esce è quella di un’opinione pubblica tutto sommato consapevole e attenta al tema della crisi climatica. Sono ormai passati alcuni messaggi fondamentali. Ma restano delle percezioni errate. Ad esempio su quanto pesa l’azione dell’uomo sul cambiamento climatico. Una quota non piccola ritiene, contro quello stabilito dal consenso scientifico, che il climate change derivi in egual misura da cause naturali e da fattori antropici. Se si sommano queste persone alla percentuale (molto minoritaria) di scettici del clima, però, si scopre che sono più della maggioranza in Usa, Polonia, Repubblica Ceca ma anche nella Francia che reclama la leadership climatica.
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La maggior parte delle persone non pensa che la propria vita sarà fortemente influenzata dal cambiamento climatico nei prossimi 15 anni. Il quadro è differente solo in Italia, Germania e Francia, dove più di una persona su 4 pensa invece che la propria vita sarà fortemente sconvolta dalla crisi climatica entro il 2035 se non verranno intraprese ulteriori azioni. E una considerevole minoranza crede addirittura che le loro vite non cambieranno affatto a causa del cambiamento climatico incontrollato. A guidare la lista di chi ostenta questo ottimismo c’è la Repubblica Ceca (26%) seguita da Svezia (19%), Stati Uniti e Polonia (18%), Germania (16%) e Regno Unito (15%).
Ma al tempo stesso la maggioranza degli intervistati in ogni paese ritiene che prima o poi questi effetti negativi si manifesteranno. La crisi climatica ha un orizzonte mobile, nella percezione pubblica. E’ così anche per le nuove generazioni, o hanno una coscienza climatica più profonda? Il sondaggio dà una risposta ambigua su questo punto. Perché se è vero che sì, i giovani tendono a essere più consapevoli, è vero anche che ci sono oscillazioni notevoli da paese a paese. Tra i più attenti alla crisi climatica ci sono i ragazzi spagnoli e quelli italiani, rispettivamente con il 43 e il 46 dei giovani nella fascia d’età 18-34.
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