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Crisi climatica, in Italia è un grave rischio per la salute della popolazione


L’Istituto Superiore di Sanità ha evidenziato i gravi rischi per la salute della popolazione connessi ai cambiamenti climatici e all’inquinamento atmosferico. L’Italia, già prima in Europa per morti premature da PM 2,5 è tra i paesi più a rischio

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Anche in Italia, la salute della popolazione è gravemente minacciata dalla crisi climatica. L’ISS chiede interventi rapidi e decisi

(Rinnovabili.it) – Scioglimento dei ghiacci, ondate di calore, distruzione di habitat, eventi meteorologici estremi e progressivo aumento delle emissioni di gas serra rappresentano, anche nel nostro Paese, un grave rischio per la salute della popolazione. A sottolinearlo è lo stesso Istituto superiore di sanità (Iss) che ha inserito l’Italia “tra i Paesi più a rischio”, ma anche tra quelli con le potenzialità per divenire un “laboratorio ideale per la cura del pianeta”.

L’argomento è stato trattato ed approfondito in occasione della tavola rotonda dedicata al rapporto The Lancet Countdow on Health and Climate Change pubblicata su The Lancet. Frutto della collaborazione tra 120 esperti di 35 istituzioni di tutto il mondo – tra cui anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – il report ha analizzato 41 indicatori chiave, dipingendo un quadro tutt’altro che rassicurante. Se nulla dovesse cambiare, ovvero se il mondo dovesse continuare a seguire la rotta attuale senza perseguire l’obiettivo dell’Accordo sul Clima di Parigi, l’effetto dei cambiamenti climatici sulla salute della popolazione – bambini in primis – potrebbe essere devastante. 

 

Gli eventi meteorologici estremi andranno intensificandosi e, con essi, anche il numero di vittime e sfollati. Ondate di calore, piogge intense, allagamenti costieri e siccità porteranno all’espansione di nuove specie di vettori di malattia. I neonati saranno i primi a patire la malnutrizione ed i bambini i più esposti all’inquinamento atmosferico, già responsabile – solo nel 2016 –  di 2,9 milioni di morti premature.
Tutto questo, ovviamente, riguarderà anche l’Italia, prima in Europa e undicesima al mondo (dati Lancet Countdown) per morti premature da esposizione alle polveri sottili PM2.5. 

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La salute umana e la salute del pianeta sono strettamente connesse – ha evidenziato Paolo Vineis, docente di epidemiologia ambientale dell’Imperial College of London – Vanno perciò incentivati gli interventi in settori come i trasporti, la produzione di energia pulita o l’alimentazione, che migliorano la salute dei cittadini e che contribuiscono di pari passo in modo sostanziale alla mitigazione del cambiamento climatico”.

Grazie alla sua posizione geografica e all’estrema eterogeneità meteo-climatica, l’Italia è infatti un importante laboratorio per poter studiare e mettere a punto strategie e azioni capaci di mitigare e contrastare i cambiamenti climatici:stiamo lavorando perché anche l’Istituto – ha detto Silvio Brusaferro, Presidente dell’ISS – possa testimoniare al più presto un modello di sostenibilità nell’organizzazione e attraverso le buone pratiche. Tutte le Istituzioni, ma anche i cittadini sono chiamati a un’inversione di marcia nelle politiche e nei comportamenti individuali. Insieme, riscrivere il profilo italiano di Lancet Countdown è possibile. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”.

 

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