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Crisi ambientale, prima tra le minacce individuate dal Global Risks Report 2020

Pubblicata la 15° edizione del rapporto del WEF che valuta i rischi più temuti. Per la prima volta in assoluto, le prime cinque posizioni della classifica sono tutte occupate da questioni di carattere ambientale.

Global Risks Report 2020
Foto di Sven Lachmann da Pixabay

Secondo il Global Risks Report 2020, la crisi ambientale spaventa più delle armi di distruzione di massa

(Rinnovabili.it) – Boschi e foreste in fiamme, ecosistemi minacciati e distrutti, oceani sempre più caldi, ghiacciai che si sciolgono, specie animali e vegetali che si estinguono, emissioni di gas serra ed inquinanti atmosferici in aumento, ondate di calore e fenomeni meteorologici estremi sempre più frequenti: questo l’attuale panorama terrestre. Non c’è quindi molto da stupirsi se, secondo il Global Risks Report 2020, la salute del nostro pianeta preoccupi più delle guerre o delle armi di distruzione di massa. 

Sviluppato con il supporto del Global Risks Advisory Board del World Economic Forum e giunto ormai alla sua 15° edizione, il Global Risks Report 2020 si basa su un’indagine ad opera di oltre 750 tra esperti e decisori politici di tutto il mondo, a cui è stato chiesto di classificare le loro maggiori preoccupazioni in termini di probabilità e impatto. Se tra quelli a breve termine compaiono crisi economica e conflitti nazionali ed internazionali, per la prima volta in assoluto, le prime cinque posizioni della classifica dei rischi globali più temuti sono tutte occupate da questioni di carattere ambientale. Gli esperti temono in particolare gli eventi meteorologici estremi, il fallimento dei processi di mitigazione ed adattamento ai cambiamenti climatici, le grandi catastrofi naturali (come terremoti, tsunami, eruzioni vulcaniche, tempeste geomagnetiche), la progressiva perdita di biodiversità ed il collasso dell’ecosistema, i danni ambientali ed i disastri causati dall’uomo, come deforestazione ed inquinamento. 

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Questo aumento dell’apprensione, secondo gli autori, dovrebbe spingere i leader politici a muoversi più rapidamente per fronteggiare il problema. Ci saranno delle preziose opportunità per imprimere un’accelerazione all’impegno globale – come la prossima COP26 sulclima, la conferenza degli Stati sulla biodiversità e la conferenza sugli oceani di Lisbona – ma, in generale, la situazione appare molto complicata. Ad aggravare il quadro generale, evidenzia il rapporto, ci si mette infatti l’aumento delle divisioni nazionali e internazionali che, generando una crescente turbolenza geopolitica, sarà nel prossimo futuro responsabile di grandi rivalità di potere. Esattamente il contrario di quanto servirebbe per affrontare la crisi climatica, per la cui risoluzione si dimostrano indispensabili condivisione e collaborazione tra i Paesi. 

 

Il Report guarda allora ad una nuova economia basata su rinnovabili, transizione energetica e, in generale, su modelli di business più sostenibili, unico punto di contatto tra le esigenze dei singoli governi e la priorità del nostro Pianeta. “Gli ecosistemi biologicamente diversi catturano enormi quantità di carbonio e offrono enormi benefici economici stimati in 33 trilioni di dollari all’anno, l’equivalente del Pil degli Stati Uniti e della Cina messi insiemespiega Peter Giger, Chief Risk Officer del Gruppo Zurich Insurance Group – È fondamentale che le aziende e i decisori politici passino più rapidamente alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e modelli di business più sostenibili. Non è solo un imperativo economico, è semplicemente la cosa giusta da fare”.

Il Global Risks Report 2020 è stato sviluppato con il supporto del Global Risks Advisory Board del World Economic Forum, in collaborazione con Marsh & McLennan e Zurich Insurance Group e la consulenza della Oxford University, la National University di Singapore e il Wharton Risk Management and Decision Process Center (University of Pennsylvania).

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