Le stime del Wmo sul costo della crisi climatica per l’Africa
L’Africa paga e pagherà sempre più un prezzo “sproporzionato” per la crisi climatica. Eventi estremi come alluvioni e siccità e le necessità di adattarsi al nuovo clima dei prossimi decenni impegnano una quota molto consistente dei (spesso ristretti) budget statali. Per i paesi africani, il costo del cambiamento climatico incide quindi molto di più, in proporzione.
Il costo del cambiamento climatico per l’Africa
Quanto? Già oggi il continente africano perde ogni anno, in media, il 2-5% del Pil a causa degli eventi estremi. Molti paesi stanno utilizzando fino al 9% del loro bilancio annuale solo per rispondere a questo tipo di eventi. Sul fronte dell’adattamento – senza il quale, il costo del cambiamento climatico è destinato ad aumentare – la cifra minima da mobilitare, solo per i paesi dell’Africa subsahariana, è di 30-50 miliardi di dollari l’anno nel prossimo decennio, cioè il 2-3% del Pil della regione. I dati arrivano dall’ultimo rapporto dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (Wmo) sullo stato del clima in Africa nel 2023.
“Negli ultimi 60 anni, l’Africa ha osservato un trend di riscaldamento che è diventato più rapido della media globale. Nel 2023, il continente ha sperimentato ondate di calore mortali, forti piogge, inondazioni, cicloni tropicali e siccità prolungate”, ha affermato il Segretario generale del Wmo, Celeste Saulo.
Il 2023 è stato fra i 3 anni più caldi dall’inizio delle serie storiche (124 anni fa) per l’Africa. Negli ultimi 30 anni, il ritmo del riscaldamento globale nel continente è stato leggermente più rapido che altrove, con un aumento medio di 0,3°C per decennio. Il Nord Africa è particolarmente colpito: il ritmo è raddoppiato dai +0,2°C del 1961-1990 ai +0,4°C per decennio del 1991-2023.
Per arginare gli effetti della crisi climatica, il Wmo fissa come priorità numero uno lo sviluppo di un sistema di early warning a livello continentale. E l’aumento degli investimenti nei servizi di previsione meteo a livello nazionale. Secondo il rapporto, ciò contribuirà ad attenuare i rischi, a sviluppare capacità di adattamento, a rafforzare la resilienza a livello locale, nazionale e regionale, e a orientare strategie di sviluppo sostenibile.
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